| Gwyniplaine, da parte sua, era inebriato di Dea. Vi è l'occhio invisibile: lo spirito; e l'occhio visibile: la pupilla. Gwyniplaine la vedeva con l'occhio visibile. L'abbacinamento di Dea era ideale. Gwyniplaine non era brutto, era spaventevole; aveva davanti a sè il suo contrapposto. Egli era terribile quanto Dea era soave. Egli era l'orrore, ella era la grazia. C'era un che di irreale, in Dea. si sarebbe detta un sogno fattosi, in parte, realtà. C'era in tutta la sua persona, nella sua struttura eolica, nella sua vitina esile e flessibile, mobilissima come un giunco, nelle sue spalle forse invisibilmente alate, nelle rotondità discrete della sua linea, che designavano il sesso, ma all'anima piuttosto che ai sensi, nella sua bianchezza, che era quasi una trasparenza, nell'augusta, serena cecità del suo sguardo, divinamente chiuso alla terra, nella sacra innocenza del suo sorriso, c'era, diciamo, uno squisito non so che di angelico, che non le impediva per nulla d'essere donna quel tanto che voleva
L'uomo che ride-Victor Hugo
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