POIROT E LA SALMA, Agatha Christie

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view post Posted on 12/8/2011, 15:39
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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POIROT E LA SALMA Agatha Christie

1946

Lady Lucy, una donna facoltosa e molto sola, ha organizzato un rilassante weekend per i suoi pochi amici e parenti.
All'invito rispondono i più svariati personaggi:Edward Angkatell,un uomo piuttosto scialbo e insignificante, David Hangkatell, un intellettuale studente universitario,John Christow, un medico di successo, uomo bellissimo e pieno di donne che tradisce ripetutamente sua moglie Gerda, (anch'essa presente nella villa), una donna placida e totalmente succube del marito, con Henrietta, una simpatica scultrice anch'essa invitata nella villa(no, non è Beautiful, state tranquilli), Veronica Cray, bellissima attrice con cui il bel dottor John Cristow ha avuto una storia(nemmeno fosse Clooney) e Midge Hardcastle, cugina degli Angkatell,che organizza insieme a Lady Lucy il weekend.
Purtroppo il tranquillo weekend viene scosso da un avvenimento inaspettato, John Christow, il bellone, viene ucciso(e te credo, con tutti i mariti cornuti che ha fatto qualcuno doveva pur vendicarsi, no?) e quasi tutti gli invitati, come succede in questi casi, avevano un movente valido per ucciderlo.
Chi è l'assassino? Ovviamente spetterà a Poirot scoprirlo, facendo come al solito uso dell'unica arma a sua disposizione, le sue cellule grigie.
E’ il primo libro di Agatha Christie che lessi insieme a “Il Mistero di Styles Court” ed è il primo che mi ha permesso di conoscere Hercule Poirot, con il suo aspetto fisico così curato e il suo modo di essere così puntiglioso, con il suo metodo d’indagine così calmo, pacato, puntiglioso, ma anche arguto e attento a ogni piccolo e insignificante particolare.
I fan della scrittrice forse rimarranno un po’ delusi da questo romanzo, infatti ci troviamo davanti a un giallo che definirei atipico, che oscilla tra il poliziesco e il sentimentale, che ha, tra le prime pagine, delle note poetiche davvero sorprendenti, ma ciò che più colpisce maggiormente, a parte la storia accattivante e il classico meccanismo che contraddistingue i suoi gialli, è la caratterizzazione dei personaggi implicati nella vicenda, molto più approfonditi dal punto di vista psicologico di quanto avvenga di solito nei suoi romanzi.
Infatti più che la vittima, le vere protagoniste sono le tre donne del romanzo(Henrietta, Lucy e Gerda), completamente diverse tra loro, la prima, sicura di sé, indipendente, amante dell’arte, la seconda aristocratica, un po’ ingenua, che si è chiusa in un mondo tutto suo, la terza moglie remissiva, permissiva, insicura, con un livello di autostima veramente molto basso.
La Christie ci dimostra con queste tre figure le sue doti di psicologa, oltre che di giallista, descrivendo con realismo le loro paure, i loro desideri, le loro paure, le loro speranze e, soprattutto, le loro astuzie per fuorviare gli inquirenti dal sospetto nei loro confronti.
Riuscendo a comprendere la psicologia di questi tre personaggi, si riesce anche a svelare il nome dell’assassino che, come d’usanza per chi conosce i gialli della Christie, non corrisponde mai al sospettato numero uno.
Rappresenta un po’ la ciliegina sulla torta nella vasta produzione della Christie, che merita di essere ricordato e inserito nell’Olimpo dei suoi capolavori.

Voto: 8

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