| QAutore: Luther Blissett
Data di edizione: 1999
Genere: Storico/Geografico/Filosofico/Teologico/Avventura/Giallo/Erotismo
E’ uno di quei libri che mai avrei pensato di leggere, un libro di cui ho letto meraviglie(e di solito quando leggo meraviglie su libri contemporanei quasi mai mi fido). ..beh, devo dire che tutte le lodi e gli elogi che ha ricevuto sono tutti meritati, questo romanzo lungo(più di seicento pagine) merita davvero la sua fama, un romanzo che, pur essendo molto complesso, mi ha colpita e coinvolta molto, tanto che sono riuscita a leggerlo, nonostante la sua notevole mole, in breve tempo.
Questo libro, edito nel 1999, è divenuto subito un caso letterario(dietro il nome del suo autore, Luther Blissett, si celano in realtà quattro scrittori), un romanzo di genere indefinibile, che tratta contemporaneamente di storia, geografia, teologia, filosofia, avventura, giallo ed erotismo.
Molto difficile parlarne, le cose da dire sarebbero davvero tante, comunque ci proverò lo stesso…il romanzo è diviso in tre parti nelle quali si ripercorre la vita di un personaggio che è anche la voce narrante della storia.
Una vita la sua che definirei eccezionale, che si dipana e si interseca con i destini dell’Europa della prima metà del XIV secolo.
La ricostruzione storica è a dir poco perfetta, non la storia raccontata con la freddezza tipica dei manuali scolastici, ma una storia ricca di avvenimenti, palpitante, con punte di eroismo e di pathos, dove il protagonista è un Risorgimento angosciante, buio, cupo, segnato dalla repressione perpetrata dalla Chiesa e dalla santa Inquisizione.
Come ho scritto sopra è una lettura molto complessa, non è facile stargli dietro a causa dei tanti avvenimenti che si susseguono uno dopo l’altro(il racconto non segue una logica e un ordine cronologico, gli avvenimenti si intrecciano tra loro in una sovrapposizione di personaggi che comprende luoghi, storie e tempi diversi) e dei tanti personaggi protagonisti delle vicende, personaggi tutti ottimamente caratterizzati, anche quelli minori(raramente ho visto personaggi secondari così pieni di “vitalità”, di solito sono tutti relegati al ruolo di “macchiette”), dai mercanti ai profeti, dai tenutari di bordelli ai soldati, sembrano tutti dei personaggi reali, tutti estremamente affascinanti(due mi sono rimasti particolarmente impressi, il santo pappone Jan di Leida e il giudeo, Joao Miquez, il primo molto somigliante a un personaggio shakespeariano, l’altro a un personaggio manzoniano).
Al centro della vicenda c’è lui, Gert dal Pozzo, uno dei suoi tanti nomi, una delle sue tante identità, un guerriero a oltranza, un sopravvissuto a tante battaglie, da Frankahusen a Munster, da Venezia a Costantinopoli.
C’è una battaglia però che non è ancora riuscito a vincere, quella contro il misterioso Q, pedina di papa Paolo IV, una battaglia la loro lunga quasi trent’anni, una battaglia che ha come posta in palio la vita di uno e la conseguente morte dell’altro.
Un romanzo in cui è difficile entrarci dentro una volta iniziato, ma se si riesce a superare quello scoglio iniziale, poi ti rimane addosso per sempre.
Un esperimento letterario quanto mai originale e più che ben riuscito…a mio modesto parere siamo davanti a uno dei romanzi italiani più belli dell’epoca moderna.
Voto: 9
|
