MEMORIE DAL SOTTOSUOLO, Fedor Dostoevskij

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 2/11/2011, 16:25
Avatar

Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Letterato Classico
Posts:
25,301
Location:
Civita Vetula

Status:


MEMORIE DAL SOTTOSUOLO

Fedor Dostoevskij

1864

Sono un uomo malato, un uomo cattivo, un uomo sgradevole.

"Sono un uomo malato... Sono un uomo cattivo. Un uomo sgradevole. Credo di avere mal di fegato. Del resto, non capisco un accidente del mio male e probabilmente non so di cosa soffro. Non mi curo e non mi sono mai curato, anche se rispetto la medicina e i dottori. Oltretutto sono anche estremamente superstizioso; be', almeno abbastanza da rispettare la medicina. (Sono abbastanza colto per non essere superstizioso, ma lo sono.) Nossignori, non voglio curarmi per cattiveria. Ecco, probabilmente voi questo non lo capirete. Be', io invece lo capisco. Io, s'intende, non saprei spiegarvi a chi esattamente faccia dispetto in questo caso con la mia cattiveria; so perfettamente che neppure ai medici potrò "farla" non curandomi da loro; so meglio di chiunque altro che con tutto ciò nuocerò unicamente a me stesso e a nessun altro. E tuttavia, se non mi curo, è per cattiveria. Il fegato mi fa male, e allora avanti, che faccia ancor più male!”(incipit di “Memorie dal sottosuolo”).

E’ una delle tante opere che Dostoevskij scrisse dopo la sua terribile esperienza della deportazione in Siberia, raccontata poi in seguito in “Memorie della casa dei morti”.
E’ un libro molto intimista, una profonda indagine sulla parte più buia e recondita della psiche umana, quella parte che noi tutti tendiamo a nascondere perché piena di sentimenti oscuri che vorremmo nascondere a noi stessi per sempre.
E’ stata una lettura emotivamente molto difficile per me(l’incipit in se stesso già ti distrugge…una vera botta di ottimismo e di positività, non c’è che dire), mi sono quasi completamente identificata nelle emozioni del protagonista, ho rivissuto con lui le stesse ansie, le stesse paure, gli stessi tormenti(in fondo io e Dostoevskij siamo molto simili, entrambi due anime passionali, tormentati e fortemente emotive).
Il suo lungo monologo è un lungo profluvio di sentimenti e di emozioni che ti travolgono come un fiume in piena e dal quale non riesci più a emergere.
Non è per tutti, è necessaria di una certa tranquillità emotiva per affrontarlo, altrimenti si rischia di rimanerne sconvolti.
Davvero molto poetica la seconda parte intitolata “A proposito della neve fradicia” che si apre con questa toccante poesia di Nekrasov:

A PROPOSITO DELLA NEVE FRADICIA
Quando dalle tenebre dell'errore
Con parole d'ardente persuasione
Io trassi la tua anima caduta
E piena di profonda sofferenza,
Torcendoti le mani, tu esecrasti
Il vizio che ti aveva raggirata;
E quando, castigando col ricordo
La coscienza di labile memoria,
Tu raccontavi a me tutta la storia
Di quanto era accaduto nel passato,
E poi, nascosto il viso fra le mani,
Sopraffatta da orrore e da vergogna,
Indignata, sconvolta, tu piangesti...
Eccetera, eccetera.

Memorie_dal_sottosuolo_sito
 
Top
LadyTriffide
view post Posted on 3/11/2011, 09:54




Non sai quanto ti invidio la tua capacità di trovare tempo per leggere, io mi lascio prendere troppo da internet e dal letto e la mia voglia di leggere si va a far benedire :(

Questo per dire che questo libro è nella mia biblioteca in attesa di lettura... :)
 
Top
Amélie Verne
view post Posted on 20/3/2014, 11:08




Lascio anch'io un breve commento a quest'opera, per me molto complessa ma che ho apprezzato comunque tanto (come ogni cosa uscita dalla penna di Dosto letta finora) :)


Non nascondo che il primo terzo del libro mi ha messo parecchio in difficoltà. O meglio, non sono riuscita ad apprezzarlo come avrei voluto, vuoi per la complessità dei riferimenti storici e filosofici, vuoi per la mia mancanza di basi letterarie adeguate.
Nel complesso ho ben poco da dire, se non confermare la mia grande ammirazione per questo autore.

Le memorie è un libro suddiviso in due parti: la prima, le memorie, scritte sotto forma di diario, racchiudono una sorta di confessione che il protagonista fa a se stesso e di riflesso al mondo dei suoi futuri, ipotetici, lettori.
Narratore e primo attore, il nostro personaggio è un uomo fondamentalmente solo che vive ai confini del mondo, rintanato nella sua stanzetta, vittima dei propri istinti, dei propri pensieri, delle proprie amarezze, nella perenne lotta contro un’ipocondria disarmante.
La seconda parte del romanzo è invece un viaggio nei ricordi, nei momenti più umilianti. Offese, mortificazioni ed infine, la possibilità di un riscatto morale che svanirà nella più misera bruttura e volgarità

Un Dostoevskij profondamente nichilista che concentra tutto il suo pensiero attraverso un personaggio negativo, un anti-eroe che concepisce l’esistenza quale una malattia incurabile che lo condurrà, inevitabilmente e senza alcuna possibilità di resurrezione, alla morte.

Voto: 8
 
Top
sergio937
view post Posted on 20/3/2014, 13:42




Anche a me è piaciuto. Un vero capolavoro.
 
Top
3 replies since 2/11/2011, 16:25   1631 views
  Share