LE NOVELLE MARINARESCHE DI MASTRO CATRAME, Emilio Salgari

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view post Posted on 2/6/2014, 15:48
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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LE NOVELLE MARINARESCHE DI MASTRO CATRAME

Autore: Emilio Salgari
Data di edizione: 1894
Genere: Avventura


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Quando mi sento giù di morale, mi piace andare sulle rive del mare. Il mare mi rilassa, mi tranquillizza, mi da quel senso di tranquillità che non riesco a trovare in nessun contesto della mia vita.
Mi basta poco per stare bene, vedere le barche, sentire il suono delle sirene, le grida stridule dei gabbiani, i richiami dei marinai.
Li vedo sulla loro barca, con la pelle bruciata dal sole, le mani callose e talvolta ferite dai denti dei pesci, le loro mille avventure da raccontare.
Mastro Catrame me lo immagino proprio così, un vecchio marinaio seduto sulla sua barca a raccontare delle sue avventure verso lidi inesplorati, a raccontare della sua vita avventurosa, delle tante culture e usanze che ha incontrato lungo il suo cammino.
Le sue novelle marinaresche sono un omaggio al suo amato mare, alla sua incommensurabile bellezza, ma anche un avvertimento contro le sue insidie e i suoi pericoli che si nascondono nelle sue profondità.
Tredici novelle che hanno come comune denominatore il mare, raccontato da lui, Mastro Catrame, un vero e proprio “lupo di mare”, un vecchio marinaio che ha trascorso la sua intera esistenza sul mare, lontano dalla terra ferma e da tutto ciò che essa rappresenta, il punto fermo nella vita di qualsivoglia essere umano.
Una sera dopo l’altra, il vecchio marinaio racconta alla sua ciurma, giovani marinai inesperti che a volte si divertono davanti alle bizzarrie dell’uomo, a volte ne rimangono affascinanti, le sue avventure, popolate di fantasmi, di vascelli maledetti, di ammalianti sirene, di fuochi misteriosi.
Chiunque abbia uno spirito avventuroso non può non rimanere colpito da questo piccolo gioiello della letteratura, un gioiello nel quale si possono sentire il profondo respiro del mare, la sua immensità che spesso si confonde con quella del cielo, la sua solitudine, a volte molto simile a quella dell’uomo.
Un piccolo gioiello che mi ha fatto tornare bambina, che mi ha fatto rivivere i racconti dei vecchi marinai.
Lo consiglio a tutti gli amanti della letteratura d’avventura e non solo.

“Fosse la paura che a poco a poco aveva invaso il nostro equipaggio, fosse perché navigavamo su quel mare sotto le cui onde riposava il vascello stregato, o il riso schernevole del vecchio mastro che risuonava ancora nei nostri orecchi, o il cambiamento operatosi nel nostro capitano di solito così scettico e che rideva ad ogni chiusa di quelle novelle, o qualche altra cosa, quella notte a bordo del nostro veliero regnò come una specie di terrore.”

“Non avete udito mai parlare di mastro Catrame? No?...
Allora vi dirò quanto so di questo marinaio d'antico stampo, che godette molta popolarità nella nostra marina: ma non troppe cose, poiché, quantunque lo abbia veduto coi miei occhi, abbia navigato molto tempo in sua compagnia e vuotato insieme con lui non poche bottiglie di quel vecchio e autentico Cipro che egli amava tanto, non ho mai saputo il suo vero nome, né in quale città o borgata della nostra penisola o delle nostre isole egli fosse nato.”


Le tredici novelle:
Un lupo di mare
Il vascello maledetto
Il passaggio della linea
La campana dell’inglese
La croce di Salomone
I fantasmi del Mare del Nord
I fuochi misteriosi
Il vascello dei topi
Le sirene
Il serpente marino
Le murene
La nave-feretro sul mare ardente
L’apparizione del naufrago.

Voto: 7.5
 
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