CENERE
Grazia Deledda
Prima Ediz. 1904
Edizioni Il maestrale
Pagine: 366
Cenere è il mio primo romanzo di Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926.
Ci separano 110 anni dalla sua stesura ma non possiamo fare a meno di sentire vicinissimi a noi i suoi personaggi… la giovane Olì, vittima della sconsideratezza dell’amore giovanile, la dolce e comprensiva Zia Tatana , il piccolo Anania, che accompagnamo per mano vedendolo crescere e farsi uomo nel turbine delle contraddizioni interiori della vita e tutti gli altri, macchiette di una Sardegna di altri tempi, forte delle sue credenze, dei suoi usi e costumi, delle sue tradizioni popolari.
L’isola si inserisce quasi di diritto nella schiera degli attori di questo libro, coi suoi paesaggi, i suoi colori, i borghi, il mare. Vi è un legame indissolubile tra lei e i suoi abitanti, un cordone ombelicale che neppure il mare e la lontananza riusciranno a tagliare.
Ho sempre sentito dire che vive su un’isola prova un amore ancora più forte per la propria terra e sono sicura sia così.
C’è un qualcosa di profondamente lontano in questo romanzo, voci, suoni e colori di altri tempi forse ma, al tempo stesso, un’attualità assoluta di sentimenti, quelli che invadono da sempre l’animo umano, nonostante gli anni, nonostante il progresso, nonostante le generazioni. Sentimenti forti, devastanti come l’abbandono, dolci come una fiaba raccontata da una madre, grigi come la vergona, freddi e tremanti come il rimpianto.
Nascita, crescita, vita, morte… la vita. Una vita che non sempre comprendiamo e viviamo come dovremmo.
Talvolta, per alcuni, c’è bisogno di un incendio, vedere la fiamma, toccarla, bruciarsi e farsi male per poter poi rinascere ed apprezzare tutto ciò che ci circonda.
Ho amato tanto la scrittura della Deledda, semplice ed elegante al tempo stesso, ricca di bei vocaboli dialettali. Ho amato la cara Sardegna qui descritta, di cui l’autrice sempre ha sentito nostalgia. Ho amato più di tutto il finale di questo libro, bellissimo, ricco di dolore, ma tanto forte da travolgerti e farti sussultare...
Voto: 8,5