MIRO HETZEL, l’investigatore, J.Vance

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view post Posted on 5/3/2009, 20:56
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Sapiente Malizioso
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MIRO HETZEL, l’investigatore - Jack Vance
Science Fiction, 1981, Cosmo - Editrice Nord, pag. 169

Periodicamente ho bisogno di rientrare nei mondi di Vance, quindi ho affrontato la lettura di questo “Miro Hetzel” che da mesi giaceva invitante su una delle mie mensole. Il volume è composto da due racconti, pubblicati uno nel 1974, e mi riferisco a “L’agenzia turistica di Dogtown”, e l’altro nel 1977 e intitolato “Il turno di Freitzke”. In entrambi questi racconti il protagonista è Miro Hetzel, effettuatore galattico, ovvero un investigatore spaziale. Nel primo episodio Miro viene inviato sullo strano pianeta Maz, collocato al limite dell’Estensione Gaeana; il suo compito è indagare sull’Istagam, fantomatica ditta di componenti micronici, che ha invaso il mercato coi suoi prodotti a prezzi bassissimi. Il punto è: dove vengono prodotti e tramite quale delle tre razze? I Gomaz? Ipotesi assurda; i Liss o gli Olefract? Troppo incredibile..
Nel secondo invece Miro deve indagare sul dottor Faurence Dacre, suo ex compagno di scuola all’Accademia delle Acque Tremanti sul pianete Thesse. L’incarico gli viene assegnato da Conwit Clent al quale era stato giocato un brutto scherzo del dottor Dacre poiché quest’ultimo era stato respinto dall’attuale moglie di Clent, Perdhra Oldruff.
Vance anche qui è sempre magistrale nel continuare ad aggiungere tasselli al suo “mondo futuro”; affascinante come sempre sono la descrizione, la creazione di questi mondi alieni, il mostrarci l’interazione dell’alieno con la vita di tutti i giorni, il ritrarre la cultura e il modo di vivere delle popolazioni sparse nei suoi infiniti mondi. Basterebbe questo per farci godere di questo breve romanzo; ma stavolta a mio parere non è così: tolti i soliti elementi “magici” la prima storia non è molto lineare, alcuni avvenimenti avvengono come “per grazia divina”, troppo facilmente; Hetzel è bravo e simpatico, ma ottiene informazioni in maniera troppo semplice e nessuno si domanda il perché e il percome, la fase della prigionia di Gidion Dirby è un pezzo gratuito, poteva esser tranquillamente cassata in via di stesura. Il pezzo nel deserto con Janika non è molto curato, la stessa Janika che fine? Scompare alla penultima pagina senza spiegazioni; così come uno degli omicidi non si dice da chi sia stato commesso. Per finire in certi tratti lo scritto m’è parso prolisso, sarà colpa della traduzione, o mia, ma non ho capito che volesse dire. Il secondo è decisamente meglio, anche se meno affascinante; se mi si permette il paragone è un racconto alla “Sherlock Holmes”, con un bel finale. Nel mezzo anche qui qualcosa che non va, soluzioni non troppo ricercate, trama che ha potuto disporre di un limitato numero di pagine; si arriva troppo presto alla scena finale. Epilogo, tra l’altro, che per la prima volta mi sembra “cattivo”; Dacre non è un personaggio positivo, ma c’è punizione e punizione.. Si legge velocemente, ritroverete le sensazioni che solo Vance sa dare, ma i due racconti sono così così, per appassionati.

VOTO 6


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