| Questo film l'ho trovato bellissimo. E’ emozionante ed è anche uno splendido esempio di come possa essere portato sugli schermi uno graphic novel. La Satrapi non scende a compromessi, ma riporta il suo stile al cinema, non rinunciando al bianco e nero, al tratto che gioca fra neri e bianchi come fra pieni e vuoti, ma ritraducendolo in linguaggio cinematografico: la scena di lei bloccata con la spilla di Michael Jackson, che lei vuol far passare per Malcom x, qui arriva al climax in un primo piano del suo viso che piange e implora, differentemente dal fumetto che ha un’altra inquadratura; come cambia tutta la visuale dei gelsomi che cadono dal seno della nonna etc. Bella la storia che è stata riassunta nella sua essenza, togliendo ovviamente qualcosa, ma non facendo perdere di vista il fondo del discorso: la privazione e la illibertà nascono da privazioni e illibertà, è come se la cosa si autoalimentasse, l’ignoranza degli altri è l’humus perfetto per coltivare il proprio potere. Il tema religioso è ovviamente presente come un fantasma, perchè cosa succede in Iran (come da tutte le parti) non è una questione di credenze e di dei, è una questioni di uomini, l’illogicità dei comportamenti è scoperta, l’assurdità degli obblighi, dei costumi è un meccanismo perverso di potere di alcuni su altri. E l’europa non ci fa una bella figura, benchè nel film il ritratto sia meno impietoso, siamo pieni di pregiudizi e stereotipi, siamo molto poco aperti all’altro, a cui riserviamo un trattamento certo non da pari. Lo consiglio davvero, è poetico, davvero bello.
|