I RACCONTI DELLA LUNA PALLIDA D'AGOSTO

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tiresia5
view post Posted on 14/5/2009, 09:26




I racconti della luna pallida d'agosto (1953 Giappone)
Regia: Kenji Mizoguchi
Attori: Machiko Kyo, Masayuki Mori, Kinuyo Tanaka, Ozowa Sakae, Mitsuko Mito, Ikio Sawamura, Kikue Mori
Sceneggiatura: Matsutaro Kawaguchi - Yoshikata Yoda

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Nel villaggio di Ohmi, all'epoca delle guerre fuedali, il vasaio Genjuro fa sogni di ricchezza e dedica tutto sé stesso al lavoro, aiutato dalla fedele moglie Miyagi e dal figlioletto. Dopo una prima pecuniosa vendita in città s'impegna ancor più e, nonstante interrompa i lavori per il sopraggiungere di una milizia, riesce a partire con una barchetta con il cognato Tobei e la moglie Ohama. Avendo scorto dei pericoli durante l'attraversata convince Miyagi ed il bimbo a tornare a casa, ad attenderlo. Giunto nella grande città, dopo una proficua vendita, viene irretito dal fantasma della principessa Wakasa e riesce a liberarsene solo grazie ad un bonzo. Nel frattempo Tobei è preda della sua fantasticheria di divenire un grande guerriero, reincontrerà la moglie in una casa del piacere ed insieme torneranno al vilaggio ove troveranno Genjuro ed il figlioletto.

Straordinario maestro dalla grandissima tecnica, lunghi piano sequenza che avvolgono i protagonisti, un gusto pittorico delle inquadrature, belle, evocative, quadri che si animano.
Grande attenzione al mondo femminile, grande analisi del ruolo dei samurai, bellissimo film contro le guerre che sventrano le nazioni.
Gli uomini del film sono agitati dal demonio del denaro, dell'onore, del successo sociale e per rincorrere i loro fantasmi sono disposti a sacrificare le loro donne che pagano questa follia che li accomuna, sebbene di tipo diverso. L'uno, Genjuro, in preda all'avidità si fa sedurre dalla perfezione dei una nobile decaduta che lo esclude dal mondo puntando sul suo ego smisurato, poichè egli vede se stesso come artista e non artigiano, l'altro; Tobei, rincorre il sogno della posizione da samurai, onore, potere, tracotanza.

Chi sono i fantasmi? Uno è "reale", il mondo immaginario della nobile senza tempo che ricostruisce un giardino incantato dove serra la ragione ed è proiezione del desiderio di Genjuro (per noi occidentali è un richiamo ai molti giardini incantati della nostra letteratura, da Omero ad Ariosto), fa perdere il contatto con la donna del focolore, la donna moglie e madre, la realtà che si impone come se stessa. Gli altri sono appunto l'idea di sè e del mondo, l'incapacità di darsi, chiusi nel proprio ego spropositato, che si realizza in un mondo impazzito fra le bande che saccheggiano, gli eserciti che avanzano, la guerra che tutto distrugge, una perdita di senso che si visualizza con la fuga impazzita degli abitanti del villaggio.

Ma i fantasmi ritornano, sono i corpi violati delle donne, indifese, sono i corpi perduti delle donne capaci e costrette ad agire in questa realtà senza senso, senza possibilità e scelta di fuga. E quindi quando Genjuro torna a casa e la trova distrutta, ne cerca il ricordo, per poi improvvisamente ritrovare il focolare acceso, la moglie ad accoglierlo, il figlio che dorme. Il fantasma riappare nel suo desiderio disperato e con esso dovrà vivere per sempre

VOTO: 9.5

Edited by LadyTriffide - 14/5/2009, 19:57
 
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