VIALE DEL TRAMONTO (1950, USA) di
Billy WilderWilliam Holden, Gloria Swanson (Norma Desmond), Erich von Stroheim, Nancy Olson, Fred Clark (I), Lloyd Gough, Jack Webb, Franklyn Farnum
Il film é la drammatica rappresentazione del lato tragico e disperato di Hollywood, dove una vecchia diva del cinema muto vive isolata nel culto del passato ed in attesa di un ritorno sul set. Un vero classico del cinema.Il film ha un suo grande equilibrio, un inizio fulminante, un finale altrettanto potente. Passa per essere il primo film in cui è un morto che racconta la sua vicenda (poi ripresa in una maniera ossessiva da più parti, anche le Casalinghe disperate non sanno trattenersi nel pilota), non è così, è almeno preceduto da Vertigine di Preminger, ma la sua rivoluzionarità è tutta visiva, è l’inquadratura dal basso in alto, nell’acqua, è la consistenza del cadavere che è straordinariamente resa. E’ un film bellissimo e inesauribile che racconta hollywood dietro le quinte, la brama di successo, il lavoro oscuro degli sceneggiatori, la decadenza dei miti abbandonati dalla cinepresa e che per contrasto, nello svelamento della finzione della macchina cinema ne celebra inesauribilmente la magia (e il riflettore acceso sulla Swanson è magia pura, è cinema). Guardiamo alla modernità dello script, un uomo che si fa mantenere, palesemente mostrato al pubblico e che è poi una grande verità di Hollywood dove la legge del divano veniva applicata equamente (piena pari opportunità giustamente) ad ambo i sessi. Guardiamo alla coppia Swanson /Stroheim, un vincolo di potere e asservimento, di amore e dedizione, un legame di reciproca sopravvivenza. Qual’è la malattia del divismo? L’essere lo specchio separato dell’attore, l’essere l’assoluto a fronte delll’umanità corruttibile dell’uomo, l’essere la proiezione del pubblico. E la vecchia Hollywood era tutto ciò, perchè costruita sulla finzione, dove in studio tutto si fabbricava e si girava, perchè i suoi divi erano appunto decostruiti e ricostruiti funzionalmente ai ruoli, ai simboli, al pubblico di riferimento.
Ma è anche un film che parla del desiderio, perchè Holden è un uomo normale in un meccanismo appena eccezionale, che si accontenta e vende il suo sogno, o meglio che cerca scorciatoie comode; perchè la Swanson è tutti noi, persi in illusioni che sappiamo tali, ma che ci confortano, incapaci di adattarci ai cambiamenti senza soffrirne.
VOTO 9
© Tutti i diritti riservatiEdited by LordDunsany - 15/5/2009, 01:34