TUTTA LA VITA DAVANTI (ITA, 2008, Commedia) di
Paolo VirzìSabrina Ferilli, Isabella Ragonese (Marta), Elio Germano, Massimo Ghini, Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Claudio Fragasso, Elena Arvigo
Trama:
Marta é una giovane neolaureata speranzosa e vogliosa di iniziare il suo inserimento nel mondo del lavoro. Trova così un posto presso un call center, pieno di giovani come lei ed anche se tutto é così lontano da quell'ambiente accademico che, con tanta fatica e perseveranza, ha invano rincorso, riesce persino a trarne un iniziale giovamento. Tutto sembra andare secondo i suoi piani, ma ben presto si renderà conto che i suoi progetti e le sue speranze saranno disilluse dalla cruda realtà che si cela dietro un apparente ambiente dinamico che nasconde invece i lati oscuri del lavoro precario...Il film è pieno di grossolanità (un esempio per tutti: la battuta “è una strana, è laureata” è così banale), ma mi è piaciuto per il tono pienamente grottesco e iperrealista, per una certa cura nelle riprese (molto belle a mio parere tutte quelle del deserto cementificato del call center, con i bus che vanno e vengono), per la scelta della cornice della voce della Morante che mi ha suggerito il tono da favola, del “ora vi racconto una storia”, e le favole sono eccessive, piene di mostri e di semplificazioni, con allacci al reale, ma poi forse no...Insomma il film non è davvero male se si sceglie di abbandonarsi al registro scelto da Virzì, dell’ellisse, dell’eccesso, della caricatura, del sogno, dei personaggi da incubo.
E non è propriamente un film sulla precarietà, o meglio, se ne serve per rappresentare un’idea: se ci facciamo catturare da una rappresentazione non realistica della realtà, da una visone costruita (che ha una finalità sfruttatoria ed economica), fantastica, univoca, rimarremo chiusi in quell’immaginario, con aspirazioni, sogni, moventi che di ciò si nutriranno. Per questo è insistita la presenza della televisione, di cui però si svela subito il carattere anaturalistico e per nulla realistico.
Virzì è uno schierato, non è una novità, ma lancia fendenti a destra e a manca, non caratterizza politicamente i manager, i motivazionisti, i figli bene, ma lo fa con il sindacalista, quello più massacrato durante il film a cui non perdona praticamente nulla, neppura la retorica nostalgica della tuta blu.
Le facce nuove sono sempre il suo forte e non sbaglia neppure in questo film (ma la Ferilli è troppo magra).
E il finale non è buonista, certo molto rosa, ma non buonista, è una favola, è un sogno e il finale è adeguato, un piccolo gruppo trincerato in un giardino minuscolo, una pausa dal turbinio della vita che riprenderà da lì a poco e nessuno sa come.
VOTO 7,5
© Tutti i diritti riservatiEdited by LordDunsany - 17/5/2009, 14:45