IN MEMORIA DI ME

« Older   Newer »
  Share  
tiresia5
view post Posted on 19/5/2009, 16:13




In memoria di me (2006 Italia)
Regista: Saverio Costanzo. Con Stefano Antonucci (Lodovici), Filippo Timi (Zanna), Milutin Dapcevic (Wagner), André Hennicke (Padre Superiore), Christo Jivkov (Andrea)

image

L’iniziazione alla vita religiosa può essere la metafora di qualsiasi grande scelta di vita che comporta un impegno e una fedeltà che durano nel tempo, e una verità senza sconti su se stessi. La storia comincia con l’entrata in noviziato di Andrea, un ragazzo come tanti ma più dotato degli altri, con un’ambizione pari ai suoi doni. Il mondo finora lo ha solo premiato, ma ad Andrea non basta un successo banale, vuole andare oltre, verso un assoluto senza chiaroscuri, che valga la pena scambiare con la libertà apparente della sua generazione.

Io l’ho trovato molto interessante e oltretutto ben girato.
Mi sembra che Costanzo abbia un buon occhio, ottime inquadrature per raccontare i luoghi fisici e psicologici.
La storia è essenziale ma potente, lo scontro/incontro di due superbie, l’una quella di Andrea, l’altra quella dell’istituzione religiosa, l’uno che per pura volontà intellettuale non si accontenta del mondo, è quasi sprezzante, la sua scelta è un atto di rifiuto e di volontà di potenza, vuole l’assoluto; l’altra incapace di perdere, su tutto è chiara la scelta di mentire sull’abbandono del primo confratello, non “crede” realmente a un Dio appunto debole, quindi inutile, ma crede fortemente all’istituzione (a se stessa), alla sua capacità di guida, alla sua superiorità morale e intellettuale perchè dogmaticamente teorizzata, qui sta la sua volontà di potenza.
Il film tematizza le diverse anime che si spingono a credere, chi dubita, chi si avvicina alla fede con umiltà, chi non si rispecchia nella gerarchia, chi cerca la forza, chi un rifugio, mentre il monastero, non per nulla chiuso all’interno di un’isola, impone la solidità, la sicurezza, il valore delle regole. Dopotutto Andrea cerca un valore diverso dalla libertà del mondo, che accusa di falsa libertà.
Ecco perchè lui è perfetto per quel luogo e quel ruolo, volontà come arma per scardinare il mondo e se stessi, speculazione intellettuale (quale maggiore superbia della sfida intellettuale alla fede, e qui mi ricorda il Dr Faust di Mann), sintonia con la gerarchia, bisogno di regole esterne a cui uniformarsi per poterle poi usare, una vaga incapacità di provare amore spontaneo per gli altri.
Ecco perchè alla fine rimane, nonostante i dubbi che la vita con gli altri gli provocano, perchè trova un ruolo che gli regala una identità e rinsalda la sua forza

VOTO 8

Edited by LadyTriffide - 19/5/2009, 19:38
 
Top
LadyTriffide
view post Posted on 19/5/2009, 18:41




E' già la seconda volta che mi parlano benissimo di questo film, sembra che Costanzo riesca ad uscire dagli schemi un po' provinciali del cinema italiano...da vedere....
 
Top
1 replies since 19/5/2009, 16:13   37 views
  Share