IMPROVVISAMENTE L'INVERNO SCORSO (Ita/Ger, 2008) di
Gustav HoferGustav Hofer (se stesso), Luca Ragazzi (se stesso), Frank Dabell (voce narrante; versione inglese), Franco Grillini (se stesso), Veronica Pivetti (voce narrante; versione italiana)
Cronistoria, da parte di una giovane coppia italo/tedesca, di cosa successe in Italia al solo tentativo di proporre i Dico, una specie di pacs figli di un dio minore però, mentre le piazze vengono invase da Militiani ultracattolici e e partecipanti al family dayIl film è pienamente documentaristico, interviste e riprese di ciò che accade in parlamento, delle sfilate e delle manifestazioni rappresentano la maggior parte del girato e racchiudono il periodo fra Gennaio 2007 e Luglio 2007, il resto è una cornice divertente e divertita dei due registi che sono una coppia, una cornice con funzione di alleggerimento rispetto al resto, senza commenti particolari, senza nulla che calchi la mano rispetto ad un tema che in fondo li coinvolgeva parecchio ed è in questa ottica che si deve prendere il titolo, una autocitazione cinematografica davvero azzeccata.
Molto divertente l’inizio con la spiegazione degli articoli dei Dico con i pupazzetti e i disegni da bambino che rivela un certo gusto Gondryano, e la fine sarcastica e in fondo amara.
Il blocco centrale riguarda riprese con la digitale su ciò che accadde dall’annuncio del disegno di legge in italia, manifestazione di CL, il Family Day, la Militia Christi, il Trifoglio (erano 47 a sfilare, ma i due giovanotti hanno rischiato di essere menati, destra estrema estrema), le due manifestazioni per la laicità e il Gay Pride, l’affondo delle gerarchie ecclesiastiche, la caduta del governo Prodi per mano del divo Giulio motivata solo dai Dico, ma soprattutto i lavori della commissione giustizia del parlamento quando l’ira di Dio si è abbattuta sulla proposta del governo.
E qui quello che sembrava un docufilm sul tema delle coppie di fatto si rivela per quello che è: un film sulla politica italiana e sullo stato del paese in generale. Forse l’effetto non era voluto, ma il film disintegra il valore e l’autonomia della politica nel nostro paese .
Con quelle interviste smozzicate, con le prese di posizione dei politici, con quell’entrare e uscire in continuazione dalla commissione giustizia si rappresenta l’immobilismo, la paralisi di una classe politica incapace di fare il proprio lavoro autonomamente, ma soprattutto lo spaesamento culturale dei nostri governanti. Annichilente.
Certo le interviste delle persone che passeggiano (non direi dei militiani, insomma se uno si è bevuto il cervello perchè dovrebbe interloquire sensatamente?) ci regalano una rappresentazione di un paese non direi omofobico, direi razzista, e di un razzismo irriflesso, ma largamente condiviso. Un paese carente di senso civico e soprattutto un paese che ha perso, sempre che mai l’abbia avuta, la sua identità laica. Ma i groppuscoli religiosi e destrorsi sono davvero molto attivi sul territorio.
I registi si scusano per essere rimasti paralizzati di fronte alla Binetti quando la intervistano (quando ho visto il film c'erano gli autori), non si accorgono però che quel segmento senza contraddittorio è cinematograficamente molto brillante, rende l’idea del monolitismo delle posizioni della Binetti che appunto non si piega a qualsiasi tipo di dialogo con chicchessia (benchè formalmente lo faccia) e quindi è quasi surreale.
© Tutti i diritti riservatiEdited by LordDunsany - 22/5/2009, 10:50