DEPARTURES, "Partenze" all'orientale...

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LadyTriffide
view post Posted on 26/5/2009, 20:34




Departures (2008 Giappone)
Un film di Yojiro Takita. Con Masahiro Motoki, Tsutomu Yamazaki, Kazuko Yoshiyuki, Ryoko Hirosue, Kimiko Yo

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Inizio con il dire che questo film è pura poesia, è un inno alla vita, a quella vera, quella con cui ogni persona prima o poi si deve scontrare, fatta di momenti semplici ma puri e reali. Il significato intrinseco che ho voluto vedere io (perchè a mio avviso spesso registi e sceneggiatori non cercano per forza il significato nascosto...) è quello di fermarsi e riflettere. Semplicemente riflettere. Perchè la morte è qualcosa che sta dietro l'angolo, ma non per questo bisogna averne paura.

La storia è quella di Kobayashi, un violoncellista che perde il lavoro e decide insieme alla moglie Mika di trasferirsi in un paesino rurale, nella casa della madre ormai defunta. Comincia la ricerca per un lavoro e sul giornale legge un'inserzione un po' fuorviante che parla di "departures" (partenze), pensando si tratti di un'agenzia di viaggi, si presenta al colloquio, qui scopre in realtà che l'azienda si occupa di "nokanshi" (letteralmente, maestro di deposizione nella bara).
Bisognoso di lavoro, anche se intimorito, accetta l'impiego.

Il film viene esposto bene, le scene sono spesso lente, ma significative, tutto il rituale nokanshi è affascinante, il volere restituire le sembianze della vita al defunto per "alleggerire" il dolore dei cari, è un qualcosa che qui in occidente nella camera ardente non si è mai visto. La perizia e il rispetto con la quale questi maestri vestono la salma è commovente, che è poi il rapporto simile che Kobayashi dedica al suo violoncello.
La colonna sonora è minimalista, i pezzi per violoncello sono azzeccati, conoscendoli, durante la visione mi sono scese un paio di lacrime.

Insomma, meritato l'oscar come Miglior Film Straniero 2009, forse un po' meno l'Audience Award del Far East Film Festival, essendo un festival di cinema dichiaratamente "popolare" avrei preferito vincesse qualcosa di più terra-terra (tipo Love Exposure) ma pazienza.

Unica nota vagamente (ma proprio vagamente ;) ) negativa, è che probabilmente un pubblico occidentale vedendo questo film, come in generale la cinematografia orientale disponibile in Italia (Wong Kar Way, Ang Lee e compagnia bella) pensi che l'oriente si fermi a questo, cioè storie drammatiche molto "eleganti" (scusate la semplificazione... ^_^ ), insomma quello che voglio far capire è che Departures pur essendo un bellissimo film, rimane in uno schema orientale congeniale all'occidente....
Non so se mi sono fatta capire :wacko: nel caso chiedete e cercherò di esprimermi meglio

VOTO 8

Metto anche due video dove Kobayashi suona il violoncello, godeteveli



 
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Mara_76
view post Posted on 5/11/2009, 02:19




CITAZIONE
insomma quello che voglio far capire è che Departures pur essendo un bellissimo film, rimane in uno schema orientale congeniale all'occidente....

Volevi dire che pur restando um film orientale è stato concepito, però, pensando anche al "mercato" occidentale? :unsure:

Coinvolgente la recensione e bellissimi i video: la musica è veramente toccante!
 
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LadyTriffide
view post Posted on 5/11/2009, 02:23




CITAZIONE (Mara_76 @ 5/11/2009, 02:19)
CITAZIONE
insomma quello che voglio far capire è che Departures pur essendo un bellissimo film, rimane in uno schema orientale congeniale all'occidente....

Volevi dire che pur restando um film orientale è stato concepito, però, pensando anche al "mercato" occidentale? :unsure:

Coinvolgente la recensione e bellissimi i video: la musica è veramente toccante!

Esatto Mara! :D
La cinematografia popolare orientale è più scarna e per questo più espressiva. Questo film invece è volutamente ricercato ed elegante, se riesci a procurartelo veditelo, ne vale la pena ^_^

Pure io mi sono riascoltata i due brani prima :)
 
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Baba1989
view post Posted on 5/11/2009, 20:22




Mi associo, i video sono stupendi, grazie Lady.. :rolleyes:
Dalla recensione mi sembra un film di grande sensibilità; mi attira..
 
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tiresia5
view post Posted on 20/4/2010, 16:47




Il film è molto toccante e a tratti anche bello, ma tende a molta retorica, in questo caso la stilizzazione tutta giapponese la stempera un po’, non oso pensare cosa ne sarebbe venuto fuori ambientato in italia.
Il tema centrale mi sembra che sia il ritorno a casa, il recupero della memoria e di una dimensione più a misura d’uomo: in fondo il protagonista viene via da Tokio e dai suoi grattacieli, viene via dall’idea di una vita sempre in giro per il mondo (causa della sua assenza al funerale della madre) in cui le dimensioni del vivere sono abnormi (il costo del violoncello) e ritorna in un paesino invaso dagli elementi naturali, in cui la vita procede a ritmi sostenibili e in cui ancora ci sono riti che il tempo non cancella. C’è tutto un moltiplicarsi di figure paterne e materne sostitutive, dalla signora del bagno pubblico, mi sembra che incarni l’anima del giappone antico, al suo capo al lavoro. E poi c’è il lavoro, decisamente fuori dagli schemi, ma che ha bisogno di tatto, delicatezza, precisione, amore in definitiva (d’altronde il capo inizia il suo lavoro di tanatoesteta come ultimo atto d’amore verso la moglie). E come tutti i lavori è un modo per rimettere ordine nel mondo, eliminare la confusione e lo scompiglio e ridare quiete, ordine appunto, leggibilità.

Non mi è dispiaciuta la commistione fra comico e drammatico, ma nel finale questa linea narrativa si perde totalmente. Ci sono due climax emotivi a mio parere, la morte della donna del bagno pubblico e la morte del padre di lui, troppi, uno dietro l’altro quasi, eccessivo.

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4 replies since 26/5/2009, 20:34   104 views
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