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| STORIA DI GORDON PYM - Edgar Allan PoeFantastico/Avventura, 1838, RCS Libri, pag. 238 Questo fu l’unico romanzo scritto da Poe, cui eran maggiormente congeniali poesia e racconti brevi, molta influenza ebbe questo sul movimento surrealista, basti citare il quadro “La reproduction interdite” di Magritte, nel quale sulla mensola, sotto allo speccho è appoggiato appunto questo volume di Poe. Anche Verne fu colpito da questo libro, tanto da volerne scrivere l’ideale seguito (“La sfinge dei ghiacci”, 1897) e Lovecraft ambientò nel luogo finale il suo romanzo” Le montagne della follia”. Questo libro nasce come romanzo a puntate, poi riunito in unico libro: classica avventura marinaresca; con risse, tempeste, naufragi e molte descrizioni naturalistiche e nautiche. Per Poe ciò che è attrattiva nel mare sono i momenti più cupi, l’angoscia, e di questi sentimenti è pervaso il libro; m’è sembrata un’altalena di avvenimenti che paiono senza via d’uscita e di improvvise rinascite; vi sono alcuni momenti raccapriccianti e inaspettati, fino al finale (che ovviamente non rivelerò), che assume contorni rarefatti, ove tutto si fa più bianco, indefinito. Ricordo che per alcuni critici il BIANCO, nella letteratura americana, è il colore della morte. Inizia come storia marinaresca e diventa pian piano, più ci si avvicina all’Antartide, una storia fantastica, pervasa di simboli, cui ogni lettore darà poi la propria interpretazione. E’scritto bene, come è nelle capacità sopraffine di Poe, forse con troppi termini tecnici (che i non addetti, come me, faran fatica a comprendere), però è avvincente e sa sorprendere; il finale? Diciamo che lascia incuriositi. In definitiva non proprio un libro per ragazzi, però lo consiglio di sicuro. VOTO 7 © Tutti i diritti riservati
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