BELLI E DANNATI, My own private Idaho

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view post Posted on 29/5/2009, 20:52
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MY OWN PRIVATE IDAHO
REGIA: Gus Van Sant
1991
CAST: River Phoenix-Keanu Reeves-William Richert-James Russo
Rodney Harvey-Chiara Caselli-Udo Kier-Flea

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uscito in Italia con l'orrendo quanto ingiustificato titolo di
"Belli e dannati",My own private Idaho è la storia a tinte forti
di un gruppo di ragazzi di strada nella Portland dei bassifondi.
Sospeso tra sogno e lucida follia tra ironia e angonsciosa ricerca
questo film è un piccolo gioiello firmato Gus Van Sant.

Mike Waters è un outsider alla costante ricerca della madre
che lo ha abbandonato da piccolo,e della quale ha soltanto
brevi ricordi che scaturiscono dai flash che Mike vive durante
i suoi attacchi di narcolessia. Lo accompagna in questa ricerca
l'amico Scott Favor,ragazzo di buona famiglia con un animo ribelle.

La trama di questo film è talmente ricca di sfacettature sottili note a margine scrittine in piccolo che non si può descrivere in poche parole.
Ogni volta che ti appresti alla visione trovi nuove chiavi di lettura diversi punti di vista e tutto ciò che ti sembrava logico e facile da comprendere ti appare invece incredibilmente errato. Tutto è da riconsiderare ancora una volta. Il personaggio di Mike Waters gioca con lo spettatore come una novella Alice attraverso lo specchio di Lewis Carroll,invero il primo essere vivente che troviamo "dialogare" con lui è non a caso un coniglio e uno dei personaggi con cui Mike entra in relazione si chiama Daddy Carrol. Mike come doppio di Alice dunque,ma non solo. Mike che rappresenta l'errante per antonomasia colui che incarna l'uomo senza fissa dimora che non ha bisogno della stabilità nè di una sicurezza per essere felice,Mike che viene sempre inquadrato attraverso una luce "naturale" proveniente da fuori al contrario di tutti gli altri personaggi del film,che sono sempre sotto una luce artificiale,sia essa di una lampadina o di una torcia. Mike che è legato da un filo indissolubile alla natura,che ritrova in ogni luogo in cui il suo "lavoro" lo porta a vivere- Le conchiglie che si appoggia all'orecchio a casa di Alyna,i salmoni che risalgono la corrente in molti dei suoi flash da narcolessia,e poi le strade.. "questa strada non finira mai" ci dice Mike all'inzio del film.E cosi come la sua strada anche lui gira attorno al mondo e ritorna indietro, uguale a prima,senza cambiamenti. Mike come Alice,come essere trascendentale e non reale come filo conduttore osservatore muto e razionale perchè unico in grado di vedere davvero la realtà attraverso i costanti attacchi di narcolessia. Non a caso l'acronimo
di MY Own Private Idaho è MYOPI-C Miope- Ed è il modo in cui Mike attraversa la vita,con uno sguardo disincatato non terreno ofuscato dai sogni e dalle sue poche ore di veglia.E' sempre Mike ad accompagnare Scott (e non come apparentemente sembra,il contrario),attraverso la sua evoluzione,i sei gradi di separazione che lo faranno diventare Re come un novello Principe Hal,Mike è pienamente consapevole che la sua ricerca della madre non avrà esito ma come una sorta di Virgilio segue Scott attraverso il suo inferno,da spettatore muto assiste al dispiegarsi dell'inferno di Scott attraverso la liberazione che conduce alla regalità: il tradimento dei suoi due padri,quello putativo e quello reale e al tradimento del suo compagno di vita. Il Principe Hal è pronto ora a diventare Re.
E poco importa se si lascia dietro di se morti e qualche ferito. La scena emblematica del funerale doppio segna un passaggio finale e concreto tra la sua vita di prima e quella da regnante.
Il film si avvale della collaborazione alla sceneggiatura di River Phoenix,il quale ha riscritto completamente il dialogo dove Mike dichiara il suo amore gay a Scott. River ha voluto omosessuale il personaggio di Mike Waters ( non era gay nella stesura originale) e questo dialogo,resta tra i piu belli e significativi della storia del cinema.



Le scelte registiche di Van Sant sono a dir poco splendide. Tutto il film è attraversato da colori forti,anche negli abiti dei protaggonisti che vanno da tinte di giallo rosso e arancio,le visioni di Mike sono in realtà dei quadri che ha disegnato lo stesso Van Sant,pittore di notevole talento.Il film è attraversato da una ricca gamma di simbologie care a Van Sant come le strade intesi come mezzi dell'animo che si rincorrono e che portano verso luoghi dell'immaginario che depurano che creano il passaggio mentale e fisico tra la vita reale e quella sognata.Il Re di queste strade è Mike incontrastato signore della natura,a suo modo sovrano,di un regno altro,immaginifico e allucinato ma non per questo,meno concreto di quello terreno dei suoi compagni di viaggio.

Voto: 10

haihaijade

Edited by haihaijade - 30/5/2009, 00:23
 
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LadyTriffide
view post Posted on 4/10/2009, 02:51




Dopo una recensione del genere rimane ben poco da dire. Complimenti jade.
Non mi dilungo quindi sulla resa espressiva della pellicola (stupenda, fantastica, sublime) e mi concentro sulle mie personali sensazioni ;)

Il film è come una perla delicatissima sul curriculum di Van Sant (che insieme a Luhrmann è il mio regista preferito). Riesce ad elaborare e a trasmettere attimi e sensazioni in maniera sempre originale e incisiva.
Mike è estremamente fragile, sempre sul punto di oltrepassare la "linea", senza benchè accorgersi del suo stato, non vive la vita, è la vita che lo attraversa, senza scossoni, senza drammi. La sua condizione non viene mai giudicata o giustificata. La dolcezza e l'"amore" con cui Van Sant rappresenta i suoi personaggi, privi di affetto reciproco e calore umano, fa venir quasi voglia di "raccoglierli", come fossero cani randagi.

Un bellissimo film che entra prepotentemente nella mia top10.

VOTO 10
 
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1 replies since 29/5/2009, 20:52   319 views
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