Thank you for smoking (2005 USA)
Un film di Jason Reitman. Con Aaron Eckhart, Maria Bello, Adam Brody, Sam Elliott, Katie Holmes
Nick Naylor (Aaron Eckhart) è il portavoce della Big Tobacco. La sua funzione principale è quella di combattere contro i detrattori delle sigarette convincendoli che fumare non è poi così negativo. I suoi amici sono i lobbisti dell’alcol e delle armi, è buon padre di famiglia, separato dalla moglie, ma adorato dal figlio, e poi ama il suo lavoro.In effetti fanno anche questo
C'è un certo piacere nel seguire la parabola dei cattivi, coloro che lavorano, come tutti gli altri, e sono stigmatizzati come assassini.
Per questo il clou del film sono le riunioni fra i tre esponenti del male incarnato, chi vende alcool, chi armi, chi sigarette, tutti interessati a provare agli altri il proprio primato in fatto di morti, mentre parlano e argomentano in maniera spiccia su come ribaltare le tesi dei salutisti.
Il film è fatto bene e mentre prende di petto tutto ciò che è politicamente corretto dimostra una tesi inconfutabile: non è necessario convincere qualcuno della bontà delle proprie posizioni, basta dimostrare che il tuo interlocutore ha torto. E' la tecnica principe dei dibattiti tv, in italia principalmente quelli politici, per cui non importa proporre qualcosa, basta distruggere le tesi dell'avversario.
E’ una buona finestra sull’america, soldi e buisness che muovono il mondo, la televisione come agorà moderna, la pubblicità come regina della persuasione, insieme ai messaggi molto poco subliminali del cinema, il giornalismo come ultimo baluardo della verità, senza santini per carità, ma poi affossato dal puritanesimo imperante. E il sesso infatti è un ago della bilancia, muove i gusti e le opzioni di acquisto e come tale è usato, disarciona il nostro eroe, distrugge in poco tempo una indagine giornalistica molto vera.
E mentre tutti parlano ci si accorge che il gregge va dove vanno le parole, che il nostro eroe insegna al figlio il fatto non c’è nulla di scontato e nulla di vero se viene subito, se viene accettato senza un minimo di riflessione propria, ma per fare i suoi soldi in fondo tutto fa meno che permettere ai più di pensare.
Il valore base che si difende è la libertà di scelta, la non intromissione dei pubblici poteri all’interno dei costumi di vita dei singoli, ma si sceglie veramente?
I titoli di testa sono molto carini
massì
VOTO 7Edited by LadyTriffide - 14/6/2009, 17:01