COCO AVANT CHANEL (FRA 2008) di
Anne FontaineA.Tautou (Cocò), M.Gillain (Adrienne Chanel), Alessandro Nivola (Boy), Benoit Poelvoorde (Balzan), Emmanuelle Devos (Emilienne)
Gabrielle viene portata dal padre in orfanotrofio e lì rimarrà per lunghi anni; poi la vediamo al Cabaret dove balla e canta insieme alla "sorella" Adrienne (una tenera M.Gillain), ben presto prenderà il nomignolo di "Cocò" e finirà nel letto prima, nel castello in seguito, di Balsan (nobile e vizioso, che fa dell'edonismo il suo motto di vita; infatti l'aristocrazia del periodo non ne esce benissimo). Perchè Cocò aspira a diventare qualcuno, cosa ancora, nemmeno lei lo sa. Balsan è premuroso con lei, le vuole bene e si innamora, ma Cocò non è una donna remissiva, ha un bel caratterino, non si trova bene in quel finto mondo pieno di pizzi e vizi, è irritante a tratti (pretende chissà cosa da un uomo che la sta ospitando gratuitamente);vuole essere rispettata e agire come meglio crede. Ha poi quello strano modo di vestire, troppo mascolino e quando prepara un abito per la sua altolocata amica Emilienne (attrice teatrale) le fa levare il corsetto, "
perchè una donna deve avere agio nell'abito che indossa". All'orizzonte si staglia la figura di Boy, benestante gentiluomo inglese; l'austera Cocò forse s'innamorerà per la prima volta, ma..
Adoro le biografie e come spesso accade sono avvincenti: si capta la tenacia di questa donna, che vuole arrivare ed è disposta a qualunque sacrificio pur di raggiungere il suo obiettivo, non viene assolutamente ritratta come bieca arrivista, poichè la Tatou con quegli occhioni non può che risultare gradevolissima a chi guarda (ed è pure molto nella parte), viene presentata una donna caparbia, che vuole rispettate la sua identità e modo d'essere; solo che ad un certo punto arriverà l'amore e Cocò scoprirà qualcosa che non credeva di provare mai, questo le darà spinta per diventare quella che tutti noi conosciamo. Ci viene presentata tutta la fase precedente al successo, sino alla sua prima sfilata, sono i sentimenti e la formazione caratteriale del personaggio che vengono affrontati. Fotografia buonissima, per la prima ora continuiamo a vedere splendidi cavalli, feste e vestiti. C'è una scena con un ballo che sembra un omaggio al "
Gattopardo" di Visconti. Cocò inzia coi cappelli, che vuole senza fronzoli, poi modella via via i vestiti. Difetti evidenti non ce ne sono: forse ha poco rtimo e non è trascinante, alcune fasi di raccordo sono superflue; la passione per la moda è solo tratteggiata, ci vengono solo suggerite la genialità e l'inventiva della stilista; avrei voluto vedere molti più vestiti e molta più fase di progettazione degli stessi, insomma avrei levato quell' "avant" nel titolo allungando il film sino alla morte della Chanel. Gli ultimi 6-7 minuti mi sono piaciuti moltissimo, c'è un gioco di specchi, di espressioni, Cocò prende finalmente consapevolezza di se stessa e ci lascia con un sorriso.. Niente di trascendentale, un bel film da godere in tranquillità.
VOTO 7
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