| UN CUORE DEBOLE di Fedor M. Dostoevskij Drammatico, 1848, Passigli, pagine 80
Volumetto che ho ripreso dopo 15 anni dalla prima lettura, consumato con avidità, come una bibita rinfrescante. Si narrano le vicende di due inseparabili amici, Vasja Sumkov e Arkadij Ivanovic. Vasja scrivano presso Sua Eminenza Julian Mastakovic s'innamora, ricambiato, di Lizan'ka. Siamo alla vigilia di Capodanno e tutto sembra andare bene, solo che Vasja ha un lavoro, sembrerebbe urgente, da finire..
Scritto nel periodo della produzione giovanile, questo breve racconto apparve a metà del 1800. Qui il sommo russo ci propone una lettura gradevole, sebbene dal finale non felicissimo. Il parellelo potrebbe esser fatto tra Vasja e uno dei principali personaggi dell' "Idiota", Nastasja Filippovna; entrambi affronteranno un destino similare, fatto di dubbi e pazzia. In questo racconto, che al solito indaga finemente sugli aspetti psicologici di persone comuni, si analizza come non sempre siano eventi drammatici a scatenere reazioni inconsunte da parte dei protagonisti, ma possano essere anche elementi in assoluto positivi. Qui abbiamo un personaggio, Vasja, che non è in grado di regger la troppa felicità che gli è indotta dall'amore di/per Lizan'ka; si fa stupide paranoie, s'inventa di non esser capace di provare amore tanto quanto gliene viene dato. Si assiste ad una discesa rapida verso la pazzia; una fuga, insensata, dalla felicità, quand'essa è lì a portata di mano e ci viene donata gratuitamente, senza nulla volere in cambio. Storia che ancora una volta ci fa riflettere sulle sfaccettature dell'animo umano e in particolare sulla fissazioni, sbagliate, che certi individui hanno e che conducono all'incapacità di vivere serenamente i rapporti interpersonali. Non gli assegno un voto più alto semplicemente perchè è troppo corto ed anche poichè oggettivamente non è memorabile.
VOTO 6,5
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