| Quando il piacere è anche emarginazione
Henri Chinaski, l'alter ego di Charles Bukowski, è un uomo a cui piace divertirsi. A Henry piacciono l'alcol e il sesso e non se li fa mancare, ma per vivere è costretto a lavorare. Il suo lavoro è quello di postino , un lavoro semplice e non faticoso, almeno cosi gli avevano detto, deve semplicemente prendere la posta e imbucarla, almeno cosi pensava all'inizio. Invece si ritrova all'interno di un sistema che cerca di svalutare la personalità di ogni singolo individuo per avere tutto sotto controllo. Il capo non lo sopporta, è uno schiavista che gli fa fare ore e ore in giro per le zone più impervie della città con qualsiasi tempo, sia fuori ci sia il diluvio universale, sia ci siano quaranta gradi all’ombra. Fa di tutto per licenziarlo(nel libro c'è un bellissimo paragrafo in cui il suo capo continua a dargli ammonizioni su ammonizioni), ma lui se ne frega alla stragrande, a lui basta solo che la sera ci sia una bottiglia piena e una donna nuda nel letto pronta per il sesso più sfrenato. Non deve essere stato facile per Charles Bukowski passare più di dieci anni in un ufficio postale, almeno da quanto risulta dalla lettura di questo romanzo. Anni di routine, di timbri, di codici postali, di colleghi disperati e aspiranti scrittori, anni di bevute per non rendersi conto di quello che effettivamente si sta facendo, fino al risveglio, fino alla sbornia colossale che anticipa le dimissioni. E dopo le dimissioni? Il lento e spietato ritorno alla vita…una morte, quella dell’impiegato, vissuta attraverso le bevute, attraverso l’annullamento della propria persona, attraverso un inferno assoluto. Più che una storia è un collage di avvenimenti che descrivono una situazione, dodici mesi di vita raccontati attraverso aneddoti e tristi rivelazioni su come il sistema cerca di cambiarti a tutti i costi per svilirti come essere umano e trasformarti finalmente in ciò che vuole, ossia un automa senza volontà e senza cervello. I contenuti sono tutti quelli che l’hanno reso famoso: sesso, donne, bevute, cavalli, scommesse, poesia, ingiustizie della vita, stranezze incredibili, ma non pensate che sia finito tutto qui, questi elementi in realtà rappresentano solo la superficie del libro, il vero Bukowski, il sognatore, il romantico, il generoso, se ne sta nascosto sotto, al caldo, in un luogo protetto e sicuro dove solo i suoi amici, i lettori con una testa pensante sulle spalle e una visione aperta delle cose, potranno trovarlo. Il linguaggio è il solito, permeato di quella spiazzante ironia, da quel tono cinico, diretto, disilluso, divertente e sboccato che l’hanno sempre contraddistinto. Un concentrato di tutto ciò che è l’uomo Bukowski, divertimento, cinismo e una dolce vena di malinconia. E soprattutto un unico e vero esempio di vita vera, di vita vissuta. Eccezionale.
Voto: 7
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