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| Ecco la mia recensione presa da Anobii.. Simona te l'avevo detto che era tempo perso leggerlo.. Contento che anche tu sia concorde.. Insulso, insipido, banale, ruffiano, volutamente melassoso.. Ha una trama complessa nell'intreccio (gli eventi sono presentati non cronologicamente, ma secondo le memorie di chi narra la vicenda), scritta con uno stile molto semplice funzionale alla storia. Quello che non va, oltre all'incredibile antipatia suscitata dagli ignari (ignavi?) protagonisti, è l'uso calcolato dei sentimenti. Lo dico da sempre: troppo facile creare un libro che commuove (questo è il motivo del suo enorme successo), il consenso di una larga fascia di lettori (quelli dal gusto più "popolare") è automatico; sarebbe invece stato difficile scrivere un romanzo che faceva pensare, vero signora Tamaro? Questo a mio avviso è il male che attanaglia molta letteratura contemporanea, ed è quello da cui ogni lettore dovrebbe fuggire; invece inspiegabilmente è roba come il romanzo in oggetto o "Il cacciatore di aquiloni" che vende.. Ma il gusto del lettore è sovrano, no? In definitiva credo di non sbagliare affermando che questo sia il libro più brutto che io abbia mai letto! VOTO 3
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