BEL-AMI, Guy de Maupassant

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private eye
view post Posted on 27/8/2009, 20:29




BEL-AMI

di Guy de Maupassant

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E' indubbio il fatto che l'apice dell'arte maupassantiana sia rappresentato dai suoi racconti brevi; di lui si ricordano e si celebrano, meritatamente, soprattutto le novelle. Con Bel-Ami egli sembra accettare con consapevolezza i rischi della sperimentazione, cercando di riportare, in una narrazione lunga, i tratti salienti del suo stile.
Questo racconto, però, è un esperimento riuscito solo in parte: Bel-Ami, pubblicato a puntate sul Gil blas (e si sente), giornale con il quale l'autore collaborava saltuariamente, è un ventaglio di temi cari alla letteratura di ogni tempo (religione, amore, morte), è denuncia e critica sociale (uomini che fanno carriera grazie alla sagacia e all'intelligenza delle proprie mogli), è cronaca politica esso stesso (intendendo con il termine "politica" i giochi di potere e di basse seduzioni che ancora oggi risultano da essa inscindibili e che, forse, costituiscono proprio l'anima della sua versione malata e corrotta). In questo romanzo Guy si rivela spiritoso ed ironico, motteggia i suoi personaggi, mettendone in luce la pateticità e la pochezza morale. Parafrasando Flaubert disse del suo protagonista, Duroy (affettuosamente battezzato con il vezzeggiativo di Bel-Ami dalla giovane figlia di una delle sue numerose amanti), "Bel-Ami c'est moi". Ed in effetti il romanzo segue l'ascesa, all'interno della redazione di un quotidiano parigino (Maupassant affiancava alla professione di scrittore quella di giornalista), del giovane e intrigante George (figlio dell'ambiente rurale, insofferente alla povertà, invidioso utopista) che tenta la strada del giornalismo non per amore della professione ma perché accecato dalla facile gloria. Anche lui, al pari dell'autore, ha con la religione un rapporto complesso: è ateo eppure questo distacco non lo preserva dal tormento (superficiale, in lui) procurato dalle annose domande sulla vita e sulla morte (notevole, a questo proposito, il discorso fatto dal vecchio poeta Norbert de Varenne a George, che termina con la celebre frase "Vivre (...), c'est mourir"). Le somiglianze, però, finiscono qua.
Bel-Ami è l'antieroe per eccellenza, appartiene a quella categoria di uomini di spirito (malgrado il suo poco spirito) che inseguono la notorietà e il successo, ottenendo la gloria senza meritarla. E' un inetto sognatore di bell'aspetto (e sarà proprio il suo aspetto, coronato dai sensuali baffi rossi, a diventare uno specchietto per le allodole), una sorta di Jay Gatsby ante-litteram e fotografato nella sua ascesa (anche le atmosfere dei due romanzi si somigliano in qualche modo); ma se da un lato James era spinto dal nobile desiderio di riguadagnare l'amore della donna amata, dall'altro George, che vagheggia l'amore (visto sia in un'ottica di stucchevole romanticismo che in quella di puro piacere sensuale) e il matrimonio (in seno al quale cullare la propria inettitudine) finirà per allontanare da sé la sola valida e sincera alleata (vivendo questa sconfitta con una gioia boriosa e arrogante che gliela farà percepire come una vittoria) mentre insegue altre donne, inebriato dal successo delle sue facili conquiste.
Il mondo del romanzo è popolato di personaggi infimi; soltanto le donne razionali si elevano al di sopra della marmaglia: tra tutte certamente la sagace Madelaine, il deus-ex-machina del racconto, fautrice del successo dei suoi mariti, vincitrice nonostante la beffa, e la gioviale Mme de Marelle, ancella del piacere sensuale di Duroy, amante ideale che perdona senza perdere la propria dignità.
Bel-Ami è un romanzo complesso (e me ne sto accorgendo mentre ne scrivo), forse sin troppo; risente dell'affollarsi dei temi ma soprattutto del fatto che, da un certo punto in poi, l'autore ci priva dell'accesso all'animo di Duroy. Se all'inizio le sue azioni ci appaiono come evidenti, quasi naturali, e la sua timidezza ci strappa qualche sorriso bonario, al farsi del ritmo più serrato molte cose finiscono per diventare incomprensibili. Si opera nel protagonista una tale mutazione che stentiamo a riconoscerlo e Maupassant non ci facilita certo nel compito (perché Bel-Ami cerca di disonorare la donna che gli ha procurato fama, successo, denaro?).
Non so se questo sia voluto; forse Maupassant cercava di perseguire anche il fine mettere in guardia gli uomini dal "mostro" del successo. Sta di fatto, comunque, che il mio giudizio su questo romanzo non può essere completamente positivo: l'autore si destreggia non troppo abilmente in un mare di temi disparati, sacrificando a tratti il principio della coerenza. Fortunamente, però, da questo "mare" Maupassant lascia anche affiorare qualche "isola" e tra queste spicca senza dubbio la tragica scena, con protagonista Mme Walter, presente nel penultimo capitolo del romanzo.
 
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view post Posted on 28/8/2009, 10:24
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Sapiente Malizioso
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Alice ma quanto hai scritto?? :) Comunque recensione molto bella e completa, non avrei saputo fare di meglio, complimenti! :artist1.gif: Io l'ho letto due volte eoni fa, vediam se mi viene qualcosa di decente..

Ora non sarei in grado di controbattere dettagliatamente a ciò che tu scrivi, però posso dire che questo romanzo realista è importante poichè è uno dei pochissimi dell'epoca che incentra la vicenda sul potere "oscuro" esercitato dalle donne! Duroy è il braccio, la mente sono le sue donne, come sono le donne che fanno funzionare la socità francese del 1800 (quasi 900 invero)! Qualcuno disse "dietro ad un grande uomo c'è sempre una grande donna", qui potremmo parfrasarla in "dietro a grandi ambizioni c'è sempre una grande donna.." Duroy non è un personaggio positivo (usa le persone, sfrutta scientemente il suo fascino), effettivamente certi suoi atteggiamenti sono inintellegibili, ma la sua figura resta scolpita nelle nostre memorie.. So che non è un metro di giudizio accettabile nè ortodosso, ma io penso sempre che se dopo 15 anni mi ricordo il nome del protagonista di un libro ebbene quel libro m'ha lasciato qualcosa..(questo è uno di quei casi e non è questione di buona memoria, come qualcuno potrebbe obiettare).
Io l'ho trovato un ottimo libro, non ho trovato tutte queste magagne, funziona molto meglio della maggior parte dei libri di altri eminenti contemporanei francesi.
Il mio giudizio non può che attestarsi tra il bello o molto bello!

VOTO 7,5


PS: Alice il tuo voto? :lol:
 
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private eye
view post Posted on 28/8/2009, 11:05




In teoria sarei tentata di darti ragione: Maupassant voleva certamente mettere in luce l'indipendenza e l'iniziativa delle donne della borghesia (e nobilità) del suo tempo. Infondo il periodo in cui l'autore scrive non è poi così distante dall'epoca dei cosiddetti "salotti", in cui le case di donne affascinanti e intraprendenti rappresentavano il fulcro della vita culturale e politica cittadina e nazionale (e questo è ciò che rappresenta anche la casa di Duroy grazie alla moglie). La celebrazione, però, non emerge in modo chiaro: se, per quanto riguarda Forestier (forse a causa della sua indole più docile e meno vile) Made riesce ad esercitare il proprio "potere" e la propria influenza in modo pieno, con Duroy essa non ci riuscirà (sebbene lo aiuti nella stesura del suo primo articolo importante e di altri a seguire, egli imparerà poi tanto bene il mestiere da non avere più bisogno di lei). La donna veramente potente del romanzo è Mme de Marelle che lo legherà a sé con la propria devozione (certo, anche il suo atteggiamento denota una certa intelligenza ma un'intelligenza scaltra, da cortigiana, diversa da quella puramente intellettuale di Made). Inoltre colei che dovrebbe incarnare l'ideale esaltato da Maupassant, viene, da un certo punto del romanzo in poi, messa da parte e sostanzialmente "sparisce" fino alla sua definitiva uscita di scena.
Duroy è indubbiamente un personaggio negativo (e non escludo di riuscire a ricordarlo tra 15 anni) o meglio lo diventa nel corso del romanzo. L'affetto per la semplicità di campagnoli dei suoi genitori, l'amore (che sembra destinato a rimanere irrealizzato) per Made e altre sue caratteristiche, fanno del George Duroy dell'inizio un sempliciotto ma non un uomo spregievole, uno che è più facile compatire che non disprezzare.
Mi è davvero difficile dare un voto ma ci provo: 7 - -.
:)
 
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amarillis
view post Posted on 14/3/2010, 20:22




ho finito di leggere Bel Ami proprio stamattina.
sono fresca fresca di lettura, quindi.
allora.....
iniziamo dal mio voto, decisamente 8.

Maupassant descrive la societàdel suo tempo, e attraverso l'agire di DU Roy, ci vuol far capire quanto la corruzione sia dilagante, come un uomo che è solo apparenza, un parvenu, come direbbero i francesi, possa riuscire a far carriera.Un uomo che non ha istruzione, che non ha un mestiere vero, riesce ad arrivare così in alto.
L'unica donna che lui ama davvero, a mio parere, non è la moglie che poi distrugge socialmente, Madeleine, ma M.me de Marelle. E' a lei che pensa appena dopo il matrimonio con la giovane Suzanne, perchè credo è l'unica che l'ha capito sino in fondo, che è stata onesta con lui, che non ha partecipato a grossi giochi di potere.
LO trovo senz'altro un personaggio negativo, non mi ha commossa, nè mi sono affezionata a lui. anzi, a tratti la sua meschinità mi ha infastidita.
E' un quadro senz'altro realistico dei salotti dell'epoca, ma che per alcuni tratti, trovo molto attuale.
NElla postfazione che c'è nella mia edizione, tratta da uno scritto di Lev Tolstoij, questo romanzo viene definito dallo scrittore russo come "indecente", per una serie di motivi letterari, c'è tutta una disquisizione sullo stile, sullo scrittore Maupassant e la sua parabola come autore. Secondo Tolstoij, il nodo centrale di questo romanzo sta nella lotta : vita-morte. POrta a sstegno della sua tesi, la conversazione tra Maupassant e un poeta che faceva parte della redazione del giornale dove scrive il nostro ( uno dei pochi personaggi che pare avere un'influenza positiva su Du Roy, ma che muore troppo presto), in cui il vecchio poeta confessa al giovane la sua paura della morte e di come la ritrovi in ogni singola cosa della vita. Un discorso che resta molto impresso a George, dibattuto tra i piaceri terreni che insegue con ogni mezzo e questo pensiero. Ma la scomparsa dell'amico, gli fa dimenticare anche questo dilemma quasi filosofico, e George viene fagocitato dalla voglia di denaro e successo.
 
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3 replies since 27/8/2009, 20:29   818 views
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