CITAZIONE (LordDunsany @ 2/3/2010, 01:28)
Ho visto in giro un recensione di Simona, dopo recentissima rilettura, che cambia la sua precedente opinione..
Non può che farmi piacere
Mi hai anticipato...stavo proprio per inserire la nuova recensione
Purtroppo nella vita arriva sempre un momento in cui ci si deve svegliare dal mondo dorato dei sogni......e allora ti accorgi che il mondo attorno a te è tutto diverso, è tutto cambiato.
"Un libro adatto a chi si pone tante domande, a chi è alla ricerca di sè stesso, a chi cerca risposte, a chi cerca stimoli per continuare ad andare avanti.
Una gran lezione di vita"
Sarà capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di rivedere un vecchio film o di rileggere un vecchio libro e di rimanerne delusi, di rivalutarlo in negativo, di scoprire difetti che a prima vista vi erano sfuggiti.
A me è capitato con questo romanzo.
Ho lasciato in alto il mio vecchio commento, non ho voluto cancellarlo…è un commento che mi scaturiva dal cuore, ho intrapreso questa lettura mentre stavo attraversando una fase molto delicata della mia vita e questo libro mi ha in parte aiutato, mi ha dato e trasmesso qualcosa, delle risposte che stavo cercando, un aiuto che non avevo avuto modo di avere altrove, mi è stato un po’ di conforto, per quanto possano esserlo le pagine di un libro.
Ora, che ho ripreso in qualche modo in mano le redini della mia vita, che molte cose sono cambiate, che io stessa sono in parte cambiata, quell’aurea di serenità e di pace che mi trasmetteva questo libro se ne è andata, lasciandomi solo un senso di amarezza e in parte di delusione.
Questo è stato il primo romanzo di Hesse che ho letto ed erroneamente lo sempre reputato il suo capolavoro assoluto…niente di più sbagliato.
Nel corso degli anni ho intrapreso molte altre letture, ho imparato a conoscere più profondamente questo scrittore e posso ora asserire con tutta franchezza che Hesse ha scritto cose di gran lunga migliori, a partire da “Il lupo della steppa”, passando per “Peter Camenzind” e finendo con “il gioco delle perle di vetro”.
L’aver etichettato questo romanzo come capolavoro deriva solo dalla mia poca conoscenza nei confronti di questo autore, che sono riuscita in qualche modo a colmare nel corso degli anni e con l’aiuto e i preziosi consigli di una persona che ne sa molto più di me in questo campo.
Vi starete chiedendo: che cos’ha questo Siddartha che non va? E’ un’illusione, una pura illusione dall’inizio alla fine.
E’ un libro che t’ipnotizza, che t’inganna con quella sua atmosfera esotica ben descritta e delineata(Hesse il suo mestiere lo sa fare, diamogliene atto) ma irrealistica e fondamentalmente occidentalizzata, che ti inganna con quelle frasi fatte e stereotipate che tu, da ingenuo ragazzino in piena crisi adolescienziale o persona disperata che ha bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi per non affondare, prendi come insegnamenti di vita(e ci credi pure, in parte).
Forse avrei dovuto leggerlo nel 1968, avrebbe avuto un gusto diverso, ma adesso lo vedo solo come una banalizzazione di una filosofia orientale, un’accozzaglia di frasi idealiste che, passato il periodo difficile dell’adolescenza(o appena capisci che il mondo non è quel regno dei sogni che tu hai sempre creduto) ti fa venir voglia di prendere questo libro e di chiuderlo per sempre.
E’ stato un bel ricordo, l’inizio di un piccolo sogno, ma poi mi sono svegliata e purtroppo tale è rimasto.
Voto: 5
Edited by La Venere di cioccolato - 3/3/2010, 17:10