| Più che “quanto può durare un amore” mi sembra che il racconto di Anna e Vronskj risponda al quesito quanto un amore possa bastare a se stesso. Esempio tipico di colpo di fulmine passionale che tutto infrange, anche la razionale, pacata, equilibrata Anna, non per nulla diplomatico inviato del fedigrafo fratello, l’amore fra i due protagonisti deve reggere all’isolamento sociale, nello specifico all’isolamento sociale di lei, ossia alla condanna della società intera nei confronti della scelta di Anna di separarsi, di rinunciare al figlio, di vivere pubblicamente il suo amore per Vronskj. Non è solo rappresentata la differenza sessuale nell’amare al di fuori del matrimonio, lei e il fratello, ma anche il meccanismo di dipendenza che si instaura fra i due amanti una volta che la solitudine li avvolge e li avvolge anche in questo caso con una netta differenza: lui la subisce di riflesso da lei, lei ne è investita in pieno. Indimenticabile la figura di Anna, così sensuale e magnetica,( la scena del ballo è insuperabile per come si descrive il fascino che lei emana e che soggioga tutti gli astanti) destinata ad una fine infelice non senza passare in tutti gli stadi che vanno dalla passione, all’amore pieno, all’ossessione amorosa per l’oggetto del desiderio che di svincola da lei. Chi ama di più? Sicuramente lei, pienamente, totalmente, non solo per le rinunce fatte, ma per l’intensità della passione, per la capacità di farsi bastare il rapporto di coppia, per quanto lei non riesca più ad un certo punto a vedere Vronskj come persona, ma lo percepisca solo e unicamente attraverso del suo amore ossessivo.
Tolstoj costruisce il romanzo con un dualismo perfetto anche nel gioco delle coppie e della caratterizzazione dell’amore, inserendo nella figura della diade Levin e Kitty tutto l’interesse che ripone nelle tematiche sociali, dedicandovi una parte molto corposa, ancora una volta rappresentandola come una sorta di formazione della personalità di Levin verso la piena consapevolezza dei bisogni dei contadini, ancora una volta attraverso l’esperienza diretta delle differenze di classe come strumento di conoscenza.
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