Dopo aver letto questo libro ho avuto l'impressione che Jane Austen si identificasse notevolmente con Elisabeth Bennett; una donna intelligente, spiritosa, caparbia. Non si aspetta nulla dalla vita, del passato ricorda solo ciò che le piace, è disincantata, dura con gli uomini.
Credo che la Austen, nel momento in cui plasmava i suoi personaggi, sapesse già quali sarebbero piaciuti al pubblico e quali no: Lizzie infatti è fondamentalmente un personaggio positivo agli occhi di tutti, è brillante, scaltra.
Ma ad esempio, in "Emma", mi sembra emerga una consapevolezza di fondo della Austen riguardo alla protagonista e ai suoi difetti: Emma è vanitosa. Snob. Ama viziarsi, è egocentrica, ed è stata creata volutamente così, per mettere alla prova noi lettori.
Perchè è facile giudicarla negativamente, è facile tralasciare un dettaglio fondamentale, cioè che Emma è felice, è soddisfatta, ama la vita. E questo è unico.
Non dimentichiamo che nei romanzi di Jane Austen è questo che conta, la vita dei protagonisti, le loro paure, le loro gioie, i loro amori, i matrimoni!
Si sofferma su un determinato microcosmo, in cui non esistono guerre, morte, politica, religione, ma solo vita. E riesce a non annoiare!