GLI ANNI, Virginia Woolf

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private eye
view post Posted on 16/9/2009, 18:19




GLI ANNI - Virginia Woolf

Con "Gli anni" (romanzo scritto nel 1937, anno in cui la Woolf doveva per certo sentire vicini non soltanto la fine della sua carriera ma anche quel tragico, ultimo tuffo nelle acque dell'Ouse) l'autrice apre ancora una volta davanti a chi legge un ambiguo spiraglio sull'incoerente e fantastica intimità del suo universo personale; l'universo di una donna annientata da un invisibile male eppure tanto lucida da riconoscere l'imbattibilità dei propri demoni.
Il malessere della Woolf appare palese nel romanzo: le gioie sono povere (Peggy ride di riflesso, senza un motivo) e non hanno continuità in un clima di perpetua malinconia. L'autrice orchestra questo romanzo, il quale segue attraverso tre generazioni le vicende della nobile famiglia dei Pargiter, se non proprio con zoppicante goffaggine, certamente senza la brillantezza alla quale ha abituato, con le sue precedenti prove, i suoi lettori. E "Gli anni" si trascina con la sensualità stanca di una bestia in estate, dentro un'atmosfera perigliosa e onirica, perduta in un mare di nebbia, persistente e perpetuo.
A fare da sfondo alle piccole e grandi vicende dei Pargiters c'è la fumosa freschezza di Londra, che, sordida, dà i brividi, con i suoi fiumi e le sue campane. Questa Londra è la cara e familiare città straniera, a cui la Woolf si sente legata e che ama di disprezzo; è una Londra che diventa nido per la famiglia protagonista nonché emblema dell'inevitabilità del legame, che non si cancella per quanto si possa negare, e che farà tornare quei molti che sono partiti. La Cina, l'India, l'Africa, l'Irlanda, non sono che echi, realtà lontane e sensazioni che non si sanno descrivere a chi non le ha conosciute. Sono paesi che nulla hanno a che spartire con la nobiltà affettata dell'Inghilterra, coi suoi balli e i suoi ricevimenti.
Osservando le donne della Woolf qua dentro si ha la netta impressione di muoversi in una dimensione abitata da personalità frammentate, capaci tanto di slanci quanto di precipitose ritirate; e non è difficile pensare che ciascuna di esse sia, in fondo, nient'altro che una parte della fragile e sensibile personalità dell'autrice.
Le ragazze e le donne di questo romanzo sono simili a uccelli: tra loro volatili rapaci, dai nasi imponenti, allungati, dalle ombre un poco grottesche o troppo abbondanti; o ancora pappagalli eleganti, di una bellezza antiquata, che stanno attenti a non muovere le ali per paura di disperdere la polvere del tempo passato. E poi c'è Sara, l'indecifrabile Sally, vittima della sua fantasia confusa e sciocca, scialba e affascinante, che canta senza posa ritornelli per bambini. Proprio Sara rappresenta, senza dubbio, il personaggio più simbolico di tutto il romanzo dal momento che raccoglie in sé tutti gli altri. L'anima della famiglia si identifica con la sua romantica inconsistenza mentre la libertà senza pudore della ragazza è la parte più selvaggia e senza freni di tutti loro, che sono uguali pur credendosi diversi, che sono insieme pur credendosi isolati.
Gli uomini della Woolf sono eleganti signori, intellettuali o combattenti, vecchi carapaci di stile e maniera, che hanno cani da caccia, che costruiscono bombe pur amando la pace e filosofeggiano vagando attraverso la brumosa campagna inglese.
Ognuno di questi personaggi sembra lottare per conservare la propria unicità, catturato nell'organicità di quell'unica bestia a più teste che è la famiglia fatta di zii, zie, nipoti, genitori, fratelli e sorelle. Ognuno è solo con sé stesso, nell'armonia appestante lasciata dalla guerra, e soltanto per fugaci momenti artificiali (ricreati ad immagine del passato e dell'infanzia) vicino agli altri, in un affetto che diventa facilmente stizza o persino odio.
Meno sagace di "Ms. Dalloway" o "Al faro", non aiutato dall'anima vivace che fece di "Orlando" il prodotto di un lume di genio, "Gli anni" rimane ugualmente un buon romanzo. E il suo punto di forza (che aiuta certamente a dimenticare alcune metafore stantie) è, senza dubbio, l'atmosfera che ti avvolge per abbandonarti, stordito, soltanto alla fine.

VOTO 7,5



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Edited by LadyTriffide - 19/9/2009, 12:00
 
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view post Posted on 17/9/2009, 10:08
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Sapiente Malizioso
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L'ho letta con attenzione e anche se non ho letto il libro in analisi, m'è piaciuta molto. Ho una domanda da fare: ho avuto la sensazione leggendo che la recensione non fosse positivissima, ma il voto finale è assai alto, ho colto male io?
 
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Hyacint girl
view post Posted on 17/9/2009, 18:46




A me invece pare che la recensione sia proprio coerente col voto, mi hai messo voglia di leggerlo...
 
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private eye
view post Posted on 17/9/2009, 20:44




Ma grazie Hyacint :), è un gran complimento; io lo consiglio di sicuro :). Se posso chiedere: cosa hai letto della Woolf?
"Gli anni" mi è piaciuto benché non sia certo l'opera migliore della Woolf; l'ho comprato attratta dalla trama (avendo una predilezione per le saghe familiari) e, nonostante ne sia rimasta tutt'altro che delusa, mi sono trovata a leggere qualcosa di completamente diverso da quello a cui mi ero preparata.
Il voto, LordDunsany, ci sta tutto: il libro è comunque scritto da una delle più brillanti autrici del Novecento e racconta una storia che, fra anni, sono sicura, ricorderò. Un 7,5 non è un voto altissimo ma è certamente meritato nonché ponderato in relazione ai voti "virtuali" che darei alle altre opere che ho letto di questa scrittrice (tutti probabilmente più alti). Ma forse non è nemmeno giusto affermare che questo libro è peggiore degli altri: lo stile è, senza dubbio, meno brillante ma perfettamente calibrato per servire l'atmosfera e la trama, con i quali è in linea perfetta.

:)
 
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Hyacint girl
view post Posted on 18/9/2009, 07:54




Beh virginia woolf è uno tra i pochi autori che definisco miei preferiti, per ora posso dirlo solo di shakespeare, jane Austen e goffredo parise...
Di Virginia ho letto Orlando, Gita al Faro, una stanza tutta per se (che mi era piaciuto a tal punto da abbozzarci una tesi, solo che poi ho dovuto rinunciare per le eccessive implicanze col femminismo...terreno scivoloso). Ho letto anche la stanza di Jacob, ma non l'ho finito, spero entro breve...
 
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private eye
view post Posted on 18/9/2009, 08:13




Ma dai, che coincidenza: sono quasi gli stessi titoli che ho letto anch'io di questa autrice (con la sola aggiunta di La signora Dalloway) e pure io non riesco a finire La stanza di Jacob (l'avrò ripreso in mano un paio di volte e al momento sta là tra le letture non portate a termine :)).
 
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5 replies since 16/9/2009, 18:19   1371 views
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