FIESTA, Ernest Hemingway

« Older   Newer »
  Share  
Baba1989
view post Posted on 17/9/2009, 12:17




"FIESTA" di Ernest Hemingway
Romanzo, 1926, Mondadori, pagine 288


"Era chiaro già da qualche tempo che Hemingway è uno scrittore dotato di un talento molto insolito: restava solo il problema di quale direzione avrebbe preso. In Fiesta egli fa un deciso passo avanti e mi permette di dire di lui, con assoluta convinzione, che sotto molti aspetti è il più elettrizzante degli scrittori americani contemporanei. (...) Se nella sua opera c'è qualcosa che colpisce, è la straordinaria individualità del suo stile. I dialoghi sono brillanti. Se c'è qualcuno che scrive dialoghi migliori dei suoi, non so dove trovarlo."

Conrad Aiken, "New York Herald Tribune Books",
31 ottobre 1926.


Che dire? Sono d'accordo!
Fiesta non ha un inizio e una fine, è uno spaccato di vita che ti permette di sondare l'anima dei personaggi.
Narra di un gruppo cosmopolita di giovani che, in cerca di emozioni forti, viaggiano tra la Francia e la Spagna, trascorrendo notti insonni a discutere, a sbronzarsi, a confrontarsi. Assaporano ogni singolo istante, vivono ogni giorno come se fosse l'ultimo ma al contempo si riscoprono a fare progetti e costruire sogni; il lettore può così entrare nel loro quotidiano, condividere i loro sentimenti di angoscia, di insicurezza, la felicità vissuta quasi con timore, il desiderio di fare sempre nuove esperienze, la paura della monotonia.
Indubbiamente semi-autobiografico, ha uno stile meravigliosamente asciutto, essenziale: è un libro fedele alla vita.

Voto: 8

image

Edited by LordDunsany - 18/9/2009, 11:25
 
Top
Hyacint girl
view post Posted on 18/9/2009, 07:58




bella recensione baba, non conoscevo fiesta, per lo meno, l'avevo sempre sentito nominare ma non me ne avevano mai parlato nello specifico, mi sa che entra di prepotenza nella mia wish list...
 
Top
view post Posted on 18/9/2009, 10:21
Avatar

Sapiente Malizioso
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Admin
Posts:
17,223
Location:
Pianeta Tschai

Status:


Come al solito queso è un romanzo che ho letto molti anni fa, ricordo addirittura esattamente il momento in cui l'ho finito, cosa stavo facendo e dove ero! :) Diciamo che sono passati 15 anni :P

Adoro Hemingway, col suo stile tanto lineare, essenziale, ma brillante, pungente, capace di farci appassionare a ogni cosa o argomento di cui tratta! Lui, Dosto e Stevenson sono i miei preferiti.. Questo Fiesta, che come ben dice Baba, non ha un inizio nè una fine, è un semplice, splendido spaccato di vita; quei 7 giorni a Pamplona per la Festa di San Firmino (nota per l'encierra) descritti così magnificamente mi han fatto innamorare di quelle atmosfere: ho adorato i personaggi assorbiti dalle corride e dalle discussioni sui matador, così come non ho potuto non restare estasiato dalla resa dello scambio di opinioni tra i protagonisti, di una freschezza e gustosità uniche, è così che ho preso passione per la Spagna.
Un grazie a Hemingway e al suo splendido libro. :wub:

VOTO 8
 
Top
Baba1989
view post Posted on 18/9/2009, 11:06




I dialoghi sono un qualcosa di straordinario..
Spesso ho sentito dire che Fiesta è un libro noioso: assolutamente falso, per quanto mi riguarda è coinvolgente nella sua semplicità.
:wub:
 
Top
private eye
view post Posted on 18/9/2009, 21:46




L'ho letto tempo fa (unica lettura completa di un'opera di Hemingway), troppo tempo, forse, per ricordarlo chiaramente. Mi piacquero molto i colori, l'atmosfera che l'autore veicolava abilmente con le parole. Ricorderò sempre la luce (il guizzo dei pesci nel fiume, il candore del paese in pieno giorno), la freschezza dello stile, capace di richiamare le luci dei lampioni e la frizzantezza delle bollicine dello champagne, la sabbia delle arene e lo sfarzo delle tenute dei toreri. I personaggi sono gli stessi descritti con maestria forse maggiore dallo scrittore che, meglio di tutti gli altri, seppe raccontare i ruggenti anni Venti: Fitzgerald. Nonostante questo, però, Fiesta è un buon romanzo; attraverso uno stile preciso e scarno Hemingway riesce perfettamente nell'intento di fotografare questi giovani ormai adulti eppure ancora ed eternamente adolescenti.
Brett è, tra tutti, il personaggio più vivo; immorale ma piena di dignità, leggera e fatale ma stanca di esserlo, rappresenta l'evoluzione delle "maschiette" fitzgeraldiane (in particolare di Gloria de Belli e dannati) e precorre, tra le altre, due ragazze irresistibili della letteratura successiva: la Lolita di Nabokov ma soprattutto la Holiday Golightly di Capote.

:)
 
Top
view post Posted on 18/9/2009, 22:12
Avatar

Sapiente Malizioso
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Admin
Posts:
17,223
Location:
Pianeta Tschai

Status:


Ah, pure tu l'hai letto, mi fa molto piacere.. Permettimi di dire che l'intento di Hemingway, più che inquadrare "questi giovani ormai adulti eppure ancora ed eternamente adolescenti", vuole mostrarci, con grande entusiamo, condividere con noi la bellezza della "sua" favolosa Spagna! :) Lui era stato stregato, ammaliato dalla Spagna e il di lui amore sgorga purissimo dalle pagine di questo libro, questo è il suo pegno d'amore.. Immagino Gertrude Stein che dice a Hemingway: "Ernest, devi assolutamente andare a Pamplona per San Firmino, non poi immaginare quale atmosfera, quale spettacolo.." :)
 
Top
Baba1989
view post Posted on 19/9/2009, 14:12




E devo dire che il nostro caro Ernest ha raggiunto il suo scopo: leggendo Fiesta, anch'io son stata colta da un improvviso desiderio di visitare la Spagna, dalle pagine emerge una magia, un amore per quei luoghi che ti spinge a pensare: devo andarci anch'io.
 
Top
view post Posted on 19/4/2010, 16:03
Avatar

Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Letterato Classico
Posts:
25,310
Location:
Civita Vetula

Status:


Alla ricerca del senso della vita

Il dolce richiamo della solitudine, quanto è difficile non ascoltarlo.
Sarà capitato a ognuno di noi, almeno una volta nella vita, di desiderare ardentemente un luogo solitario dove potersi rifugiare e stare in silenzio, dove poter chiudere gli occhi e riflettere su sé stessi.
Piccoli spazi personali, che ti regalano sensazioni che non si ha voglia di condividere con nessuno, uno spazio nostro, da serbare con amore e gelosia, una sorta di piccolo paradiso terrestre
Il mio piccolo paradiso io l’ho trovato in questo romanzo.
Un libro terminato in pochissime ore, che mi ha fatto, dopo tantissimo tempo, riabbracciare il meraviglioso mondo di Hemingway, il suo meraviglioso modo di scrivere, i suoi personaggi, le sue storie.
Di solito chi si avvicina per la prima volta a questo scrittore ha sempre delle reazioni molto forti, di grande amore o di profondo odio, mai d’indifferenza.
Chi non ha mai amato Hemingway non ha mai veramente capito quest’uomo, non ha mai compreso appieno la sua personalità, il suo modo di essere.
Perché lui era un personaggio, ancor prima di essere una persona, uno scrittore.
L’uomo amante a modo suo della guerra, della caccia, della pesca, delle corride, delle donne…questo non era il vero Hemingway, è solo una maschera che si è fabbricato, che gli altri gli hanno costruito addosso.
Il vero Ernest era un uomo sensibile, attanagliato dalle paure, che cercava disperatamente un modo per esorcizzare l’inquietudine, la solitudine, la morte.
E in questo splendido romanzo ritroviamo tutto ciò, il racconto di un uomo che cerca ansiosamente una ragione per vivere in un consumarsi inesorabile tra bevute e corride, senza speranza alcuna di salvezza..
Giovani ricchi americani a Parigi che semplicemente vanno alla ricerca frenetica del divertimento, del vivere a tutti i costi, in una consapevole autodistruzione di se stessi, ragazzi che non hanno preoccupazioni materiali, che hanno avuto la fortuna di avere tutto dalla vita, ma che proprio da questo poter avere tutto ha fatto nascere in loro un’inquietudine spirituale e una voglia di ribellione verso la società borghese.
Dolcemente struggente questo suo romanzo, un percorso attraverso città e anime, nel cuore di culture riportate fedelmente e osservate con profonda curiosità, che ci parla di amore, di morte, di amicizia, di quel vuoto che porta ognuno di noi a ricercare emozioni nei modi più inconsueti, che ci parla di rotture, litigi, speranze addormentate e sogni spezzati prima ancora di essere sognati.
E soprattutto di un’inesorabile apatia che ci accompagna giorno per giorno, senza che noi possiamo fare nulla per combatterla.
E di rimpianto, di qualcosa che non è stato, e mai sarà.
E, come ci insegna Hemingway, non c’è tempo per le lacrime, la vita è troppo breve per questo.


Voto: 8
 
Top
Baba1989
view post Posted on 19/4/2010, 17:24




Bel commento come sempre Simo, sono contenta che anche tu abbia apprezzato questo romanzo meraviglioso! :)
Su un punto però non sono d'accordo:

CITAZIONE (La Venere di cioccolato @ 19/4/2010, 17:03)
L’uomo amante a modo suo della guerra, della caccia, della pesca, delle corride, delle donne…questo non era il vero Hemingway, è solo una maschera che si è fabbricato, che gli altri gli hanno costruito addosso.

Forse Hemingway serbava una personalità solitaria, malinconica, inquieta, segnata dagli eventi, dalle guerre: ma il suo amore per la pesca, la caccia, lo stare a contatto con la natura (che emerge ad esempio nei 49 racconti), e la sua passione sfrenata per la Corrida, non credo siano una maschera che gli hanno cucito addosso.
Lui era realmente, fortemente innamorato della Spagna e della Corrida, e probabilmente fu questa passione che gli permise di andare avanti, finchè vi riuscì..
 
Top
**Diana*
view post Posted on 20/4/2010, 10:45




Tenderei ad essere d'accordo a metà, non credo che siano maschere penso piuttosto che fossero il suo modo di esercizzare l’inquietudine, la solitudine, la morte. Alcuni scappano dalle loro paure, altri gli vanno incontro per sfidarle come Hemingway, poi si sa gli altri ti cuciono addosso un'immagine stereotipata e quella rimane per sempre senza vedere che cosa c'è dietro. Era un uomo intelligente, tormentato, difficile, meraviglioso.

... e chi non si è innamorato della Spagna e della "Fiesta" di San Firmino? Ancora oggi è così famosa proprio grazie a lui! Purtroppo non è più quella che ha descritto lui, ma è elettrizzante comunque "esserci".
 
Top
view post Posted on 21/4/2010, 15:28
Avatar

Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Letterato Classico
Posts:
25,310
Location:
Civita Vetula

Status:


CITAZIONE (Baba1989 @ 19/4/2010, 18:24)
Bel commento come sempre Simo, sono contenta che anche tu abbia apprezzato questo romanzo meraviglioso! :)
Su un punto però non sono d'accordo:

CITAZIONE (La Venere di cioccolato @ 19/4/2010, 17:03)
L’uomo amante a modo suo della guerra, della caccia, della pesca, delle corride, delle donne…questo non era il vero Hemingway, è solo una maschera che si è fabbricato, che gli altri gli hanno costruito addosso.

Forse Hemingway serbava una personalità solitaria, malinconica, inquieta, segnata dagli eventi, dalle guerre: ma il suo amore per la pesca, la caccia, lo stare a contatto con la natura (che emerge ad esempio nei 49 racconti), e la sua passione sfrenata per la Corrida, non credo siano una maschera che gli hanno cucito addosso.
Lui era realmente, fortemente innamorato della Spagna e della Corrida, e probabilmente fu questa passione che gli permise di andare avanti, finchè vi riuscì..

Hai ragione, in effetti mi sono resa conto di essermi espressa male.
Hemingway amava la natura più della sua stessa vita, un amore che ha sempre testimoniato nelle sue opere(la natura è sempre presente, è una costante fissa nei suoi romanzi).
Quello che molti non conoscono è il suo lato estremamente sensibile...è stato spesso descritto come un uomo rude, misantropo, che non amava il contatto con il prossimo, in realtà era un uomo terribilmente sensibile, che conosceva il significato della solitudine, dell'inquietudine, della morte(l'ha vista diverse volte "in faccia" durante la prima guerra mondiale).
E conosceva benissimo le sensazionii e le conseguenze che possono cagionare in un animo estremamente sensibile come il suo, ti annientano dentro, ti fanno dubitare di ciò che sei e di ciò in cui credi.
Ho sempre voluto sperare il contrario, ma quelle sensazioni avrebbero potuto benissimo fargli schiacciare il grilletto di quel fucile in quel maledetto due Luglio 1961.


CITAZIONE (**Diana* @ 20/4/2010, 11:45)
... e chi non si è innamorato della Spagna e della "Fiesta" di San Firmino? Ancora oggi è così famosa proprio grazie a lui! Purtroppo non è più quella che ha descritto lui, ma è elettrizzante comunque "esserci".

Infatti sto prendendo in seria cosiderazione l'ipotesi di andare a vivere in Spagna(sto pure perfezionando il mio già buon spagnolo :P)

Edited by La Venere di cioccolato - 21/4/2010, 17:16
 
Top
Baba1989
view post Posted on 21/4/2010, 18:14




Allora siamo d'accordo.. :)
La sensibilità di Hemingway è palpabile e nota a chiunque abbia letto qualche sua opera, anche solo qualche racconto! Ma questo non comporta nessun aut aut, amava la Corrida e qui ce lo racconta a modo suo :)

Simo, sappi che avrai un ospite fissa allora :) ;)
 
Top
**Diana*
view post Posted on 22/4/2010, 10:02




Concordo ragazze e... vengo anch'io! :D

p.s. Pamplona è bellissima, ho avuto la fortuna di stare a casa di amici durante la festa di San Firmino....e anche io sono andata in giro vestita di bianco con il foulard rosso con lo stemma. Bella atmosfera :)
 
Top
12 replies since 17/9/2009, 12:17   306 views
  Share