| Alla ricerca del senso della vita
Il dolce richiamo della solitudine, quanto è difficile non ascoltarlo. Sarà capitato a ognuno di noi, almeno una volta nella vita, di desiderare ardentemente un luogo solitario dove potersi rifugiare e stare in silenzio, dove poter chiudere gli occhi e riflettere su sé stessi. Piccoli spazi personali, che ti regalano sensazioni che non si ha voglia di condividere con nessuno, uno spazio nostro, da serbare con amore e gelosia, una sorta di piccolo paradiso terrestre Il mio piccolo paradiso io l’ho trovato in questo romanzo. Un libro terminato in pochissime ore, che mi ha fatto, dopo tantissimo tempo, riabbracciare il meraviglioso mondo di Hemingway, il suo meraviglioso modo di scrivere, i suoi personaggi, le sue storie. Di solito chi si avvicina per la prima volta a questo scrittore ha sempre delle reazioni molto forti, di grande amore o di profondo odio, mai d’indifferenza. Chi non ha mai amato Hemingway non ha mai veramente capito quest’uomo, non ha mai compreso appieno la sua personalità, il suo modo di essere. Perché lui era un personaggio, ancor prima di essere una persona, uno scrittore. L’uomo amante a modo suo della guerra, della caccia, della pesca, delle corride, delle donne…questo non era il vero Hemingway, è solo una maschera che si è fabbricato, che gli altri gli hanno costruito addosso. Il vero Ernest era un uomo sensibile, attanagliato dalle paure, che cercava disperatamente un modo per esorcizzare l’inquietudine, la solitudine, la morte. E in questo splendido romanzo ritroviamo tutto ciò, il racconto di un uomo che cerca ansiosamente una ragione per vivere in un consumarsi inesorabile tra bevute e corride, senza speranza alcuna di salvezza.. Giovani ricchi americani a Parigi che semplicemente vanno alla ricerca frenetica del divertimento, del vivere a tutti i costi, in una consapevole autodistruzione di se stessi, ragazzi che non hanno preoccupazioni materiali, che hanno avuto la fortuna di avere tutto dalla vita, ma che proprio da questo poter avere tutto ha fatto nascere in loro un’inquietudine spirituale e una voglia di ribellione verso la società borghese. Dolcemente struggente questo suo romanzo, un percorso attraverso città e anime, nel cuore di culture riportate fedelmente e osservate con profonda curiosità, che ci parla di amore, di morte, di amicizia, di quel vuoto che porta ognuno di noi a ricercare emozioni nei modi più inconsueti, che ci parla di rotture, litigi, speranze addormentate e sogni spezzati prima ancora di essere sognati. E soprattutto di un’inesorabile apatia che ci accompagna giorno per giorno, senza che noi possiamo fare nulla per combatterla. E di rimpianto, di qualcosa che non è stato, e mai sarà. E, come ci insegna Hemingway, non c’è tempo per le lacrime, la vita è troppo breve per questo.
Voto: 8
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