LA PERLA -
John Steinbeck"La perla" altro non è che una lunga favola (appena 100 pagine) di povertà e disperazione , che testimonia la totale impotenza dei desideri umani contro la ferocia del fato. Ancor più crudele è l'annientamento dell'individuo, sebbene egli sia mosso da aspirazioni più che legittime, se questo è costretto a guardarsi dai continui inganni degli altri, i quali, lungi dall'essere solidali alleati, diventano parti disumane di una società che elegge quale suo unico dio la ricchezza e, cieca, si trascina in una caccia spietata sotto l'esclusivo influsso dalla cupidigia e dall'egoismo. Con una storia fuori dal tempo (un tempo probabilmente lontano da quello presente ma non chiaramente identificato o identificabile) e dallo spazio (è qui riproposta la classica dicotomia tra città, la città di gesso e pietra, e periferia) John firma l'ennesima piccola perla letteraria: attraverso la tremenda nonché paradigmatica storia di Kino, pescatore indio a cui il ritrovamento della Perla del Mondo (oggetto che rappresenta per lui, diversamente che per i viscidi acquirenti di perle, tentacoli di un solo, oscuro polipo, o per il dottore che abitano la città, non sterile ricchezza bensì strumento per accedere al vasto mondo delle infinite possibilità future. Kino vede in essa il futuro d'uomo colto del figlioletto Coyotito, fautore, nelle sue speranze, del riscatto non soltanto della famiglia ma di tutta la sua gente, vessata per generazioni) cambierà l'esistenza, Steinbeck ripete, infatti, un monito eternamente attuale nella storia del genere uomo. Non importa quali siano gli istinti che muovono gli uomini, non è rilevante quanto questi siano nobili (Kino conserva con strenua caparbietà la perla, anche dopo che questa si è chiaramente palesata come un oggetto portatore di morte e sventura) la ricchezza genera odio ed invidia, rende l'uomo che la possiede braccato e solo. In questo romanzetto la notte del mondo antico e moderno funge da culla per le ombre fredde e assassine, che uccidono e sono uccise, in una lotta confusa in cui il confine tra vittima e carnefice si perde con estrema facilità.
La perla, enorme, oscura e splendente, dotata di una propria volontà, senza connotazioni morali ma assoggettata soltanto ai dettami del destino padrone, condannerà al fallimento esistenziale colui al quale aveva promesso fortuna, rigetterà con violenza sullo scoglio dal quale ha osato allontanarsi, l'ostrica ambiziosa. Infine di lei, come di un potere inscalfibile, non resterà che lo spettro, il canto ammaliatore e beffardo con cui essa, dalle acque del mare al quale è tornata, ingannerà l'attesa della prossima vittima.
Edited by LadyTriffide - 19/9/2009, 11:21