Erano stanziati nell’Oregon vivendo di caccia ai salmoni e allevando cavalli. I primi cacciatori francesi che li videro, vista l’usanza di alcuni di portare conchiglie ornamentali sul naso, li chiamarono Nasi Forati (“Nez Percè"). L’Oregon fu presto invaso e i Nasi Forati si ritirarono nella valle Wallowa; per ben 2 volte (1855 e 1863) il capo dei Nasi Forati, Vecchio Giuseppe, fu chiamato dal governatore dei bianchi per firmare un trattato che toglieva alla sua tribù la valle, per confinarli in una riserva dall’Idaho; entrambe le volte rifiutò. Nel 1871 Vecchio Giuseppe morì lasciando il comando al figlio Capo Giuseppe (“Tuono delle montagne”). Quello stesso anno i funzionari del governo ordinarono che i Nasi Forati si trasferissero in una nuova riserva a Fort Lapwai, Capo Giuseppe inviò un appello al Presidente degli Stati Uniti, Grant: chiedeva di restare nella valle. Il 16 giugno 1873 il Presidente emanò una disposizione che accoglieva la richiesta di Capo Giuseppe. Ma l’anno seguente
Coloni penetrati nella valle trovarono l’oro, e nel 1875 Grant si rimangiò la parola data pretendendo che i Nasi Forati si trasferissero nella riserva di Lapwai. Nel 1877 il generale Howard arriva nella valle Wallowa con un battaglione di giubbe blu ingiungendo il trasferimento nella riserva dei Nasi Forati entro 30 giorni, sennò sarà guerra. A malincuore Capo Giuseppe decise di trasferirsi, e iniziò il cammino del suo popolo, che constava di 250 guerrieri,
450 tra donne e bambini e 2000 cavalli. All’inizio del viaggio una banda di giovani indiani per vendetta assalì due villaggi dei coloni, riportando con se 11 scalpi. LA notizia si sparse, Capo Giuseppe fu costretto a scendere in guerra.
Il generale Howard con 2 squadroni di cavalleria si mise all’inseguimento dei Nasi Forati; Capo Giuseppe predispose un’imboscata al White Bird Canyon: mise 100 dei suoi, capitanati da Uccello Bianco nascosti su un lato del canyon
E lui con altri 150 sulle colline di fronte al nemico. Gli indiani accolsero a fucilate i cavalieri e poi si ritirarono. Pensando di aver vinto i 2 squadroni sciolsero le file, in quel momento i 100 indiani sul fianco iniziarono a sparare, facendo una strage. I Nasi Forati decisero di raggiungere il Canada (a 1500 KM), ma trovarono la strada sbarrata, dovettero allungare il cammino e i KM da percorrere divennero più di 2000… Nei tre mesi seguenti dovette combattere altre due sanguinose battaglie, sbaragliò i generali Gibbon e Miles che disponevano di 5000 uomini, cannoni e cavalleria, ricorrendo ad una strategia che viene ancor oggi insegnata a West Point; Capo Giuseppe fu ribattezzato “il Napoleone indiano”. Nel settembre 1877 a 50 KM dal confine canadese Capo Giuseppe dovette ordinare una sosta al suo popolo stremato.
Fu fatale. Dopo 3 giorni arrivò loro addosso uno squadrone di 600 cavalieri, ma fu respinto, e così ogni altro tentativo di Howard nei successivi 4 giorni. Il quinto giorno sopraggiunse una bufera di neve, morirono molti vecchi e bambini, Capo Giuseppe si presentò allora dai generali Miles e Howard e consegnò il suo fucile e disse: “I superstiti moriranno dal freddo: non non abbiamo più coperte, né cibo, né munizioni. Il mio cuore è oppresso e malato. Non combatterò mai più”. I Nasi Forati furono rinchiusi in una riserva in Kansas, Capo Giuseppe fu deportato in una riserva di Washington dove morì di crepacuore nel settembre del 1904.