ACQUE MORTE, William Somerset Maugham

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private eye
view post Posted on 3/10/2009, 00:34




ACQUE MORTE - William Somerset Maugham

La prima, lampante impressione, che si ricava da Acque morte è la duplicità del suo intento e dei percorsi che, all'interno di esso, si snodano e ramificano: qualosa si scegliesse di limitare l'osservazione alla trama, non lo si troverà, probabilmente, in nulla differente da un classico thriller, poco riuscito, in verità, opaco e ricoperto di un sottile strato di ruggine, ove la nota di mistero si lascia svelare senza sorprese e nel quale le rivelazioni finali non sono altro che
precisazioni ridondanti intorno a qualcosa che, probabilmente, avrebbe conservato, disperatamente, un'apprezzabile nota di fascino se fosse stato taciuto. Il personaggio a cui il lettore s'aggrappa, al pari di un'ombra o di una graziosa scimmietta (paragone più consono, considerata l'ambientazione del romanzo) è il dottor Saunders, uomo di mezza età, cinico e disilluso, colto ma disgraziato, radiato dall'albo per ragioni che non saranno mai chiarite eppure largamente stimato dalla sua semplice clientela fatta d'indigeni, più incline a concedere fiducia a chi ha dimostrato di poter guarire che non a chi ha qualifiche da mostrare. Il medico, che durante l'intero romanzo è perso nell'oniricità delirante dell'oppio, mortalmente accresciuta dalla sciocca contemplazione della bellezza (che, anche in questo romanzo appartiene esclusivamente ai giovani), si troverà, come per caso, ad interagire con una serie di anomali personaggi (lo skipper Nichols, il giovane Fred, etc.), ciascuno dei quali, diventa, nella propria bidimensionale stereotipicità, portatore di una particolare visione dell'esistenza e della morte, in un gioco banale che muove intrighi, omicidi e tentativi d'amore.
L'altro aspetto del libro, per certi versi più intrigante, è legato alle riflessioni filosofiche di Maugham (che, malgrado trattino temi ampiamente discussi e lo facciano in un modo alquanto scontato, hanno dalla loro limpidezza e linearità), i riferimenti letterari stabili, l'amore puro nell'arte, che è fiducia nella sua assoluta potenza.
E la venerazione dell'arte è il solo amore cauto, senza incidenti nè sfortune, tanto diverso dall'amore tra gli esseri umani (a cui Saunders non prende per nulla parte) perché salvifico; qualsiasi altra forma d'amore, invece, è causa di rovina, indipendentemente dalla prospettiva dalla quale lo si osserva: laddove viene declinato come sublimazione dell'oggetto del proprio sentimento (come accade per il disgraziato Erik, che vede frantumarsi davanti agli occhi l'idolo di creta, costruito ad immagine e somiglianza d'un altra entità superiore, che egli aveva forgiato e creduto reale; in questo ho trovato un interessante parallelismo con il rapporto tra Aaron eAbra de La valle dell'Eden) è destinato ad essere tradito; se si associa alla sensualità della carne, porta con sè perdizione e smarrimento. Infine, qualora coincidesse con il più alto e libero sentimento d'amicizia, non potrebbe che rivelarsi fragile ed incosistente.
In un'ambientazione tropicale e avvolgente, nonché magnificamente descritta, quindi, Maugham sembra mettere in scena una tragedia sonnolenta, proiettata dalla nebbie del sogno/incubo ma ancora destinata a frantumarsi contro il freddo muro della cinica realtà.

VOTO: 6,5

Edited by private eye - 3/10/2009, 02:27
 
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view post Posted on 7/10/2009, 10:38
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Sapiente Malizioso
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Mi è capitato in mano questo libro mentre ero alla Feltrinelli per scegliere il volume (scontato) che avrei preso; lettane la trama l'ho riposizionato nello scaffale. Alice non fa altro che confermare la buona scelta da me operata. :) Nefer non hai niente da dire a riguardo? ^_^
 
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1 replies since 3/10/2009, 00:34   588 views
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