Nutro un profondo rispetto per il signor Primo Levi, ma per me questo suo libro è illeggibile.
Prima che qualcuno venga qui e mi picchi a dovere voglio spiegarvi il perché.
La prima volta che lo lessi avevo quattordici anni…mi venne dato come compito dalla mia insegnante di italiano, in concomitanza con la visione del film di Spielberg “Schindler’s List”(all’epoca era appena uscito nelle sale).
Il film sono riuscita a vederlo tutto, il libro l’ho chiuso a pagina settanta perché non riuscivo più ad andare avanti, era troppo doloroso.
A distanza di sedici anni ho deciso di riprenderlo in mano perché non mi piace lasciare le letture a metà(dovrò farlo anche con Moll Flanders un giorno di questi e già tremo solo all’idea) e il mio giudizio, purtroppo, non è completamente positivo.
Non ho assolutamente nulla da dire riguardo al contenuto del libro, una lacerante testimonianza di come si vive in un lager nazista, una grande drammatica lezione di vita, ma lo stile con cui viene raccontato l’ho trovato pessimo, troppo lento e soprattutto troppo distaccato.
Mi prendo la colpa di tutto, questo tipo di letture non fanno per me, io in un libro cerco l’armonia, la scorrevolezza delle parole e qui non l’ho trovato.
Mi dispiace molto perché è un’opera che merita, è una dolorosa testimonianza su cui tutti dovremmo riflettere, ma non si confà alle mie esigenze di lettrice.
Mi dispiace, davvero.