Pur ammettendo di preferire, di Verga, il volto novellieristico (
Libertà dalle
Novelle rusticane è innegabilmente splendida con il suo carico non di forza quanto piuttosto di "violenza" evocativa), non posso negare di aver "apprezzato"
I Malavoglia.
Innanzitutto è necessario premettere come questo romanzo sia certamente più interessante dal punto di vista stilistico che contenutistico. A livello di contenuti lo spirito reazionario e conservatore del proprietario terriero (legato ai propri possedimenti e all'ambiente rurale) ha un influsso particolarmente ingombrante sulla scelta della vicenda da rappresentare e sulle modalità di questa rappresentazione (che Verga orchestra in modo funzionale al suo scopo: quello di invitare ad accettare l'ordine sociale come ordine naturale, nel rispetto del determinismo naturalistico).
Tralasciando questo aspetto, quindi, e concentrandosi sulla pura scrittura, non si potranno ignorare i meriti dell'autore: in molti punti il romanzo raggiunge apprezzabili livelli di lirismo (la delicatezza con cui l'autore racconta, non raccontandola, la morte della madre), in altri scoppietta di piacevoli stralci di comicità (anche solo per il fatto che spezzano appena il clima tetro e opprimente che permea tutta la narrazione).
A mio parere, quindi, non si tratta di un romanzo né eccellente né pessimo, ma di un buon romanzo importante per la letteratura.