Il termine
Heroic Fantasy si deve allo scrittore Sprague De Camp (la traduzione italiana invece, “
fantasia eroica” è da ascrivere al critico e scrittore, nonché uno dei massimi esponenti del genere, Sebastino Fusco), sta ad indicare un genere di narrativa fantastica che ha avuto la sua definitiva diffusione e affermazione tra i primi e la metà del 1900. Dopo alcune ricerche ricerche sono riuscito a trovare il brano che ero certo di aver letto, che altri non è che la prefazione a un libro di suoi racconti, in cui De Camp dice: “
La fantasia eroica è il nome di un genere di storie ambientate non nel mondo come è o come sarà, ma come dovrebbe essere per formare un buon racconto (ribaltando qui il cuore della teoria narrativa di Flaubert). Le storie che si riuniscono sotto questo nome comune sono fantasie avventurose che si svolgono in mondi immaginari preistorici o medioevali, in cui tutti gli uomini sono forti, le donne belle, i mostri cattivi e la vita tutta un’avventura.” Continua aggiungendo che in mondo del genere, mostri, maghi, rovine, sortilegi, boschi intricati e il destino degli uomini sono nelle mani di pochi coraggiosi, che con astuzia o mediante spargimento di sangue alla fine trionfano. (Tradotto dall’inglese traendolo da“
Swords and sorcery” di L.S. De Camp, 1963)
La nascita dell’
Heroic Fantasy viene collocata dalla critica specializzata (sempre De Camp, ma anche Lin Carter) all’ultima metà dell’800, quando l’inglese William Morris diede alle stampe diversi romanzi e racconti di questo genere, racconti che influenzarono, all’inizio del Novecento il noto scrittore e poeta irlandese Lord Dunsany, che riadattò il materiale in racconti brevi o molto brevi. Dunsany, oltre che nell’influenza su Machen e Lovecraft, fu importante nel portare un’impronta indelebile negli autori anglosassoni del fantastico. Il nostro ideò alcune innnovazioni che fecero scuola: mondi immaginari collocati nel futuro o nel lontano passato; creò una propria mitologia e cosmogonia (Vance e C.Smith ne sanno qualcosa), descrisse il rivelarsi sulla Terra di potenze esterne all’uomo e alla cerchia dello scibile. Insieme a Dunsany anche l’inglese Rucker Eddison (
The worm Ouroboros) e l’americano J.Branch Cabell (25 volumi sulla saga di Manuel, ambientata a Poictesme) contribuirono al diffondersi del genere.
Giungiamo infatti nel 1923, nasce negli USA la popolare rivista di letteratura fantastica e dell’orrore “
Weird Tales”; qui ebbero spazio via via sempre più numerose storie di Heroic Fantasy, che, grazie alla diffusione della rivista entrò a far parte della letteratura popolare (chiunque avrebbe potuto d’ora in poi facilmente accedere alle avventure di uomini, maghi, mostri e damigelle).
Questa rivista ebbe il merito di portare alla luce autori del calibro di H.Kuttner, del mio amato C.A.Smith, di Howard (il papà di Conan, che si muoveva nel sottogenere “Sword and Sorcery”) e di presentarci alcune storie di un Lovecraft dunsaniano (Il ciclo di Kadath).
Nel dopoguerra molti autori si sono poi cimentati nel “genere” portando nuovi contributi: P.Anderson, F.Leiber, M.Moorcock, Lin Carter, De Camp (tutti questi insieme ad altri scrittori minori fondarono la SAGA, “Swordsmen And sorcerers’ Guild of America”, associazione di scrittori di Heroic Fantasy). Al di fuori del ramo più specializzato, i due veri capolavori assoluti, grazie ai quali la “fantasia eroica” giunse a piena dignità letteraria e maturazione stilistica ci furono dati da due inglesi: J.R.R.Tolkien con in suo “
Signore degli anelli” e Mervyn Peake col suo “
Gormenghast”. Proprio a loro si deve la definitiva consacrazione del “genere” con la canonizzazione degli elementi tipici che da lì in poi faranno scuola per tutti gli scrittori che si cimenteranno nel fantasy.
Si attua quindi da quel momento la compiuta concretizzazione dell’Heroic Fantasy.
Classica Scena d'Heroic Fantasy!