I QUARANTANOVE RACCONTI, Ernest Hemingway

« Older   Newer »
  Share  
Baba1989
view post Posted on 14/10/2009, 17:03




I QUARANTANOVE RACCONTI, di Ernest Hemingway, 1947.
Ed. Mondadori.

Quarantanove delizie.
Hemingway ci regala questo.
Ci regala quarantanove opere, da assaporare l’una dopo l’altra con avidità.
Le tematiche sono quelle care allo scrittore: la guerra, l’amicizia, l’amore, l’Africa, la Spagna, le sbronze, lo sport, la caccia, le riflessioni di ampio respiro sulla vita e la morte.
Il tutto confezionato con quello stile impareggiabile, così reale, secco, senza fronzoli, senza sovrastrutture inutili, uno stile che ti permette di entrare nella scena, di “vivere” i dialoghi.
Gli aggettivi sono misurati, centellinati, ricercati.
Le storie sono autentiche, ma fanno sognare e riflettere.
Hemingway aveva un dono: quello di trasformare le emozioni in parole.
E non è banale retorica, non è adorazione immotivata. Si tratta di constatare semplicemente che, anche stavolta, ha superato il rischio di creare storie inconcludenti o scontate, e ha realizzato piccoli capolavori, così stringati eppure così completi da lasciare senza fiato.
Alcuni racconti, a mio parere, raggiungono picchi di intensità rara: in particolare vorrei citarne alcuni.
“Breve la vita felice di Francis Macomber” è splendido. Narra di un uomo che trova la felicità soltanto per pochi minuti durante un safari in Africa, dopo una vita piatta, fatta di insoddisfazioni , di illusioni. Una gioia effimera ma importante, che fa capire come a volte sia facile buttare via la propria esistenza senza goderne davvero, e di quanto sia altrettanto semplice capirlo, quando però ormai è troppo tardi.
“Colline come elefanti bianchi”, l’ho trovato estremamente delicato: due fidanzati che si confrontano per cercare di superare un momento di crisi. Hemingway riesce ad estrarre la quintessenza dell’anima, e a servircela sotto forma di dialogo.
“Le nevi del Kilimangiaro”, dove un uomo in punto di morte fa un bilancio della propria vita, attraverso ricordi e rimpianti. Un bilancio gravoso, fatto di sbagli mai accettati, di colpe mai ammesse, di scelte compiute per comodità e non per vero interesse.
Meravigliosi i racconti con protagonista Nick Adams, alter ego di Hemingway. L’autore dipinge varie fasi della vita di questo ragazzo, dall’adolescenza nel Middle West fino all’esperienza della guerra, a cui è dato molto risalto; un’esperienza che cambia la vita per sempre, cambia l’ottica con cui si inquadra il mondo, muta il proprio modo di rapportarsi col prossimo, fa sembrare tutto più fragile.
E questo viene messo in luce anche in “Come non sarai mai”.
Ho trovato preziosi anche “Un posto pulito, illuminato bene”, minimalista e perfetto; “Metamorfosi marina”, toccante e intenso; “L’invitto”, che ci riporta alle atmosfere dei toreri di “Fiesta” aggiungendovi toni malinconici.
Da non sottovalutare anche “Oggi è venerdì” e “Le luci del mondo”.

Senza troppe pretese, senza finti moralismi, senza astruse allegorie, tutto appare lineare, semplice, chiaro: è la vita, e niente di più.

VOTO: 8.5


image
 
Top
view post Posted on 20/10/2009, 09:08
Avatar

Sapiente Malizioso
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Admin
Posts:
17,223
Location:
Pianeta Tschai

Status:


Come non quotarti Barbara? Se io amo leggere molto merito è di questa raccolta.. Nick Adams è un nome scolpito indelebilmente nel mio animo e nella mia memoria di lettore.
"Le nevi del Kilimangiaro" e "Breve la vita felice di Francis Macomber" sono piaciuti enormemente anche a me, ma non dimentico "Un posto pulito, illuminato bene" o "La madre di una checca"; ma oggettivamente mi domando: cosa non m'è piaciuto? Praticamente niente (forse solo "L'envoi" e "Un canarino in dono" che si perdono un pò nel loro svolgimento)! Ho adorato tutto, Hemingway tocca tutti i temi a lui cari, ma la cosa bella è che li rende cari anche a chi legge (ed a mio avviso questa è la sua dote principale; caratteristica che personalmente ho riscontrato forse solo in W.Smith; bestemmia?).. Riesce a essere asciutto ma appassionato! Non amo particolarmente l'Africa, ma descritta da lui è qualcosa di emozionante ed intrigante.. Sono molto contento che tu l'abbia apprezzato tanto, la tua bella e particolareggiata recensione nè è ottima testimonianza! ;)
Sai che m'è venuta voglia di rileggerli dopo tanti anni??
Se posso permettermi e non l'hai letto prova: "Verdi colline d'Africa"! Splendido! :wub:
 
Top
Baba1989
view post Posted on 20/10/2009, 19:39




Grazie! Lo leggerò sicuramente!! :)
Oramai anch'io sono innamorata di Hemingway.. :wub:
 
Top
view post Posted on 2/6/2010, 15:37
Avatar

Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
oscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscaroscar

Group:
Letterato Classico
Posts:
25,310
Location:
Civita Vetula

Status:


La cosa più difficile che ci sia al mondo è scrivere una prosa assolutamente onesta sugli esseri umani” (E. Hemingway)

Hemingway è stato uno dei miei padri spirituali.
Ho cominciato a leggerlo a quindici anni, in piena crisi adolescenziale, quando ero alla disperata ricerca di risposte ai mille interrogativi che la vita mi poneva davanti.
Da allora non ho più smesso, il nostro amore si è intensificato, fino a diventare quasi una parte integrante della mia vita.
Difficile spiegare in poche parole cosa mi abbia dato quest’autore, mi ha insegnato a non aver paura della verità, anche della più dolorosa, ad avere il coraggio di guardarla in faccia, mi ha insegnato ad affrontare la vita per come viene, a non scappare dinanzi alle difficoltà, mi ha insegnato a essere me stessa, sempre.
E’ stato come un secondo padre per me, senza il quale adesso non sarei al donna che sono.
E’ al prima volta in vita mia che leggo questi racconti(e come sempre devo ringraziare Cris per avermeli fatti conoscere) e le emozioni che provo adesso nel raccontarveli sono molteplici e difficili da esprimere.
Come ha scritto giustamente Baba, Hemingway ci ha regalato quarantanove delizie, quarantanove perle, a testimonianza di ciò che lui era e di ciò che è stata la sua intera esistenza.
C’è tutto Hemingway in questa raccolta, tutto il suo mondo, tutte le sue passioni.
Racconti affascinanti, in cui Ernest da libero sfogo alla sua immensa voglia di raccontare storie, passioni, esperienze di vita, figure indimenticabili di donne e uomini, il tutto raccontato con una prosa moderna, uno stile asciutto, capace di essere ironico e tragico allo stesso tempo, ma sempre appassionante ed estremamente godibile.
Una narrazione molto “maschia”, venata da una visione cinica e disillusa della vita, ma anche da un immenso e dichiarato amore per la vita, per la natura, per l’amore.
Il passaggio dalla giovinezza all’età adulta, la disillusione, la lotta tra l’uomo e la natura, l’Africa, la Spagna, le corride, la guerra…Hemingway ci e si racconta l’uomo in modo sincero, appassionato, spregiudicato.
Vi starete chiedendo quale sia stato il mio racconto preferito…non so rispondervi, per me lo sono tutti, tutti mi hanno lasciato qualcosa dentro, da “la capitale del mondo”, un’amara riflessione sulla brevità del tempo a nostra disposizione, che ci impedisce di realizzare i nostri sogni a “Vecchio al ponte”(che mi ha commosso tantissimo), un inno contro la dittatura franchista e la guerra che non fa sconti a nessuno, a “Su nel Michigan”, racconto dedicato ai guai che derivano dall'idealizzare troppo una persona, un amore nel caso specifico che poi cede di schianto al contatto con la realtà, a “Sul quai di Smirne”, sulle atrocità della guerra e la dicotomia vita/morte: persone che muoiono e madri che partoriscono, a “il dottore e sua moglie”, racconto sull’ingratitudine delle persone, a “tre giorni di burrasca”, metafora della passione amorosa che, al pari di una gelida burrasca invernale, arriva, sconvolge la vita e poi passa, a “gatto sotto la pioggia”, dimostrazione di come nella vita non si possa avere tutto, a “il gran fiume tra i due cuori”, uno dei racconti più belli dedicati alla natura, in cui si assiste al contrasto tra la viva Natura rappresentata con colori fluidi e vivaci e la Natura distrutta dalla mano dell’uomo, a “in paese straniero”, racconto che descrive i dolori che la guerra infligge, a “dieci indiani”, in cui si tratta di razzismo, a “dopo l’uragano”, racconto sul cinismo delle persone che fanno a gara per depredare i morti dei loro beni, dei veri e proprio sciacalli (homo homini lupus), a “vino del wyoming”, inno all’amore per la propria patria, a “la madre di uno di quelli”, racconto sul menefreghismo di alcune persone, che sarebbero disposte a vendersi anche la madre pur di ottenere ciò che vogliono.
Tutti racconti splendidi, tutti indimenticabili, un viatico per il paradiso letterario, che inizia proprio da questa raccolta.
Grande, grandissimo Ernest.

Voto: 8.5
 
Top
Baba1989
view post Posted on 2/6/2010, 18:24




Splendido libro e splendida recensione!
Sono solita dire che in linea di massima preferisco i romanzi ai racconti, ma esistono dovute eccezioni: I 49 racconti di Hemingway ne è l'esempio. Chi ama Hemingway quanto me, quanto te, non può non leggerli, poichè v'è riassunto tutto il suo essere e il suo narrare.
I tuoi racconti preferiti non corrispondono ai miei, ma anche questo è il bello.. :)
 
Top
4 replies since 14/10/2009, 17:03   3598 views
  Share