IL GABBIANO JOHNATHAN LIVINGSTONE di
Richard Bach1973
Mah...boh...sono perplessaL’ho letto in mezz’ora e la prima cosa che ho pensato appena finito è “E allora?”
Non ho proprio capito il senso di questo libro, di dove l’autore voglia andare a parare.
A parte il fatto che ho trovato nelle pagine un invito all’idealismo fine a se stesso, ma quello che più mi ha colpito è la banalità, la superficialità con cui è stato scritto.
In poche parole Bach ci insegna a essere liberi e a seguire ciò che sentiamo dentro e che riteniamo giusto(ma va? E c’era bisogno che ce lo dicesse lei?) in modo talmente semplicistico da irritare, senza scavare nel profondo, senza analizzare nessuna problematica.
E poi trovo diseducativo il messaggio che manda…più che un inno alla vita è un inno alla fuga, i problemi della vita non si affrontano, si scappa quando le cose non vanno come vorremmo, si deve cercare un’altra realtà in cui rifugiarsi, in cui sentirsi accettati, senza pensare minimamente a cambiare quella esistente.
Un comportamento da vigliacchi e da immaturi.
Una lettura da gabinetto, è l’unico posto a cui mi sento di associarlo.
Un plauso vanno alle splendide fotografie di Russell…forse era meglio se si metteva a scrivere lui.
Edited by LadyTriffide - 4/11/2009, 11:15