Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo (2009)
Un film di Terry Gilliam. Con Heath Ledger, Johnny Depp, Colin Farrell, Jude Law, Christopher Plummer
Non conoscevo Gilliam che per sentito dire; la celebrazione della sua visionarietà (che effettivamente è, forse, l'aspetto più peculiare ed evidente del suo cinema ma non necessariamente quello che catalizza tutta l'attenzione dello spettatore e tantomeno un aspetto fine a sé stesso) mi aveva predisposto ad uno spettacolo dalla bellezza puramente ed esclusivamente visiva. In effetti
Parnassus è ricco, opulento, persino, osa sul versante del colore (un carnevale di tonalità esagerate e armoniche), che Gilliam usa sapientemente per dare materialità e concretezza alle numerose immaginazioni (splendidi anche i costumi e le scenografie: in particolare il carro/teatrino ambulante su cui i protagonisti viaggiano). In aiuto gli viene la tecnologia che finisce per conferire al tutto un tocco di artificialità che personalmente non apprezzo ma che, tuttavia, non stona.
Eppure commentare la bellezza delle immagini mi sembra assolutamente superfluo: anche i detrattori più accaniti di questo film non si esimono dal lodarlo sotto questo aspetto. Ho letto spesso, invece, che di
Parnassus viene criticata la trama, a detta di molti difficile da seguire e lenta ad aprirsi, i personaggi scarsamente delineati, deboli, che, inevitabilmente finiscono per sparire, schiacciati dalla ricchezza delle immagini.
E di fronte a questi commenti il solo pensiero che mi viene alla mente è: "Ma che film hanno visto per dire questo?"
Parnassus, infatti, ha una trama lineare, coerente, il cui pregio principale risiede nella molteplicità dei piani di lettura, capace di rendere lo spettatore libero interprete del/i messaggio/i del film in una chiave personalissima e intima (ad esempio, non credo che l'efficace e breve orazione funebre a James Dean abbia sortito su tutti gli spettatori lo stesso effetto).
Parnassus è, malgrado l'assenza di un'orginalità dirompente e nonostante l'amarezza di belle riflessioni non sviluppate a dovere, un film onesto, a punti ingenuo, sospeso tra la nostalgia e la speranza; nella disperazione mai totale del protagonista, che, in un patto con il Diavolo (il suo irriverentissimo amico di sfide), finisce per barattare la figlia con la propria mortalità, si legge un invito a continuare a sperare. Nel film, quindi, la trama è come un tronco centrale, pulito, semplice, sul quale, all'occasione, il regista fa fiorire gemme di deliziosa grazia, piccole libertà che egli si prende, rischiando, forse (perché è qui che perde parte degli spettatori, annoiati da ciò che non sanno capire o da ciò che rinunciano ad indagare) ma senza esagerare.
Parnassus è un film generoso in cui Gilliam, in un'analogia delicata con il protagonista del film, entra nella sua stessa mente ma senza mai, e dico mai, dimenticarsi di noi che stiamo a guardare (l'immaginazione di Gilliam è prepotente ma con spazi d'azione per lo spettatore).
I personaggi sono interessanti, pur nei confini degli stereotipi a cui possono facilmente essere ricondotti: lo è Parnassus (un uomo immortale, indurito dalla vita ma ancora, per alcuni tratti, fanciullesco), lo è Percy, così come lo sono Valentina e Anton; lo è, soprattutto, il Diavolo, incarnato felicemente in un sorprendente Tom Waits (benché, anche qui, il personaggio sia stato modellato su un'immagine del Maligno ampiamente esplorata in letteratura: dal Wotton e dal diavolo del racconto "Il pescatore e la sua anima" di Wilde, al Woland di Bulgakov, al diavolo della canzone dei Rolling Stones). Lo è Tony, l'adorabile mascalzone (di cui, in ultimo, appare sorprendente e troppo rapida la terribile metamorfosi) che ha i quattro volti di Ledger, Depp, Law e Farrell (tutti notevoli, ad esclusione di Johnny, che sfoggia la solita espressione caricaturale e buffa).
In conclusione, quindi,
Parnassus è una bella favola metropolitana, moderna, semplice, sempre attuale.
VOTO 8Edited by private eye - 8/11/2009, 00:27