PERICLE IL NERO di
Giuseppe FerrandinoRomanzo, 1998, Adelphi, pag. 144
Napoli, dieci anni fa: Pericle, detto Pasquale, fa della manovalanza per don Luigino; il suo lavoro consiste nello “svergognare“ chi è fastidioso per il suo boss. Pericle per fare ciò deve “fare il culo alla gente”; il punto è che non la fa metaforicamente parlando, ma utilizza il suo “pesce” che lui è “capace di drizzare quando vuole”! Capita che don Luigino mandi Percile a “svergognare” Leone, parroco del quartiere: arrivato in loco insieme al prete trova Signorinella, agirà in maniera non proprio ortodossa..
Da diversi anni conoscevo questo titolo che avevo sempre pensato essere un romanzo storico, trovatolo l’ho acquistato scoprendo che si trattava di ben altro. Libro leggero (debole nella trama, specie dalla seconda metà), grottesco, che ci mostra crudamente, ma in maniera divertente, la malavita nella realtà contemporanea. Percile è una semplice pedina, un umile, semplice, grezzo e ignorante; questa è la sua storia, che ci viene da lui narrata ed è riprodotta sulla pagina col suo modo di parlare e pensare (uso frequente di certi motti dialettali napoletani molto realistici e comprensibili). Riuscirà questo campione degli ultimi a riscattarsi a sopravvivere a se stesso e ad un sistema che lo vuole morto? A tratti m’ha ricordato un racconto di Ammaniti, senza averne però la stessa struttura. Certe scene, certi modi di pensare temo tanto siano assolutamente lo specchio di quello che è la realtà in quei posti; quindi molta leggerezza, ma anche qualche sorriso amaro.
Bella la scena in cui Pericle va al cinema, esce e racconta a spanne la trama del film che ha appena visto 3 volte: non è altri che lo splendido “
Il mistero Von Bulow” con Jeremy Irons. Ideale per chi voglia leggere qualcosa di non troppo complicato e discretamente spassoso e veloce. Nel 2011 uscirà un film di Abel Ferrara con Scamarcio e M.Pitt protagonisti.
VOTO 6
© Tutti i diritti riservati (1-2 Novembre 2009)