VENERE PIU' X, Theodore Sturgeon

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view post Posted on 3/11/2009, 19:11
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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VENERE PIU' X di Theodore Sturgeon
1960

E' tutto un'utopia

Conosco molte persone che considerano il genere fantascienza un diversivo, una specie di pausa per la mente e il pensiero che si concedono per staccare dalla routine.
Essendo totalmente ignorante in questo campo, confesso di essermi un po’ avvicinata con lo stesso spirito, con la consapevolezza di trovarmi davanti qualcosa di leggero, di “soft”, da leggere e dimenticare subito, che mi avrebbe dato modo e tempo di concentrarmi poi su qualcosa di più “pesante”.
Beh, mi ero sbagliata, profondamente sbagliata.
Grazie a quest’esperienza di lettura e alla mia precedente(La Nube Purpurea di Shiel), un mondo nuovo si è aperto dinanzi a me, un genere totalmente sconosciuto a me è penetrato nella mia anima, facendomi provare sensazioni mai vissute fino ad ora.
Come sapranno meglio di me i conoscitori e gli intenditori di questo particolare filone della letteratura, i cosiddetti “buoni” libri di fantascienza spesso pongono il lettore davanti a dilemmi filosofici/politici realmente significativi.
Venere X è uno di questi, un libro non tanto gentile con la nostra razza(e da una parte non posso che concordare con il signor.Sturgeon).
C’è un protagonista umano, tale Charlie, che si risveglia di colpo in un altro mondo, un universo popolato dai Ledom, una stranissima razza di individui bisessuati che da anni studiano il comportamento del genere umano.
Perché questi strani esseri hanno rapito Charlie? Solo per chiedergli di essere giudicati, in modo tale che loro stessi possano comprendere se gli umani(tutti) potrebbero accettare o meno il loro tipo di civiltà.
La narrazione mi ha procurato due diverse emozioni: all’inizio mi sono ovviamente schierata con l’umano(cosa abbastanza naturale, penso che un po’ tutti avreste simpatizzato per questo nostro simile, fosse stato pure Berlusconi) in completa balia di strani esserini extraterrestri, ma con l’evolversi del racconto il nostro caro Charlie si rivela un personaggio profondamente negativo che la mia iniziale simpatia a mano a mano svanisce, sostituita da un disprezzo e un’indifferenza alquanto feroce..
Charlie si rivela un uomo piccolo, odioso nella sua arroganza che sa tanto di ignoranza, tipica di coloro che si sentono superiori e si permettono di guardare gli altri dall’alto in basso, un essere spocchioso, al quale tireresti volentieri un calcio nelle gengive.
Ma la cosa più “brutta”è che Charlie non è diverso da molti di noi, è il simbolo dell’essere umano medio: non è più stupido di noi, non è più cattivo di noi, è solamente uguale a noi.
Questo è il messaggio di Sturgeon, che ci fa capire quanto sia moralmente piccola la nostra razza umana.
Indubbiamente uno dei libri(ne ho letti pochissimi di questo genere, quindi non prendetemi alla lettera) più strani che abbia mai letto, ma terribilmente intrigante, che mi ha lasciato qualcosa dentro, qualcosa di profondo e indelebile.

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Edited by LadyTriffide - 4/11/2009, 11:11
 
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