IL PRINCIPE E IL POVERO di
Mark Twain1881
Perchè nella vita è meglio accontentarsi sempre di ciò che si è e di ciò che si haSarà capitato a tutti noi, almeno una volta nella vita, di desiderare la vita di qualcun altro.
Un po’ per invidia, un po’ perché stanchi della nostra attuale, ci sarà capitato almeno una volta di guardare con occhi trasognati la vita di una persona, magari famosa, ed esclamare“Ah, quanto vorrei essere nei suoi panni!”
Questo simpatico romanzo trae vita proprio da questi spunti, l'insoddisfazione dell'uomo nei confronti di ciò che ha e il suo desiderio di possedere ciò che non ha e il sig.Twain, con il suo solito “sense of humor” che lo contraddistingue, da a tutti noi una lezioncina di vita, ossia che è meglio accontentarsi di ciò che si è e di ciò che si ha, perché l’erba del vicino non è quasi mai sempre più verde.
Tom Clancy e Edoardo VI di Inghilterra sono due bambini completamente identici tra loro.
Un giorno si incontrano e decidono per gioco di scambiarsi i ruoli.
Tom diventerà ciò che ha sempre desiderato, un principe, lui nato in uno dei quartieri più malfamati di Londra, e ben presto scoprirà che la vita che tanto agognava non è affatto divertente, che gli obblighi di governare una nazione sono ben più duri di guadagnarsi il pane ogni giorno.
Edoardo si ritroverà a vivere come un mendicante, a stretto contatto con la povera gente e imparerà sulla sua pelle, lui abituato allo sfarzo, cosa significa essere poveri e lottare ogni giorno per la sopravvivenza.
Ovviamente in tutto ciò c’è un intento moralistico…Twain ci descrive alla perfezione i tempi duri del regno di Inghilterra di metà sedicesimo secolo, dove la povertà significava mancanza di tutto, sia materialmente che spiritualmente e la ricchezza significava eccesso di tutto, vizi e ozi senza limiti.
Niente ti viene regalato, tutto viene sudato e guadagnato, spesso per reazione a una situazione insostenibile…ed è questo che capiranno nelle loro avventure i due ragazzi, soprattutto il principino, che uscirà migliorato e temprato dall'esperienza della povertà.
Quanto a Tom, anche lui ne uscirà cambiato, diverrà meno sognatore e più saggio, ma soprattutto forte dell'essere riuscito a rinunciare al suo sogno (essere un Principe) in nome della giustizia e della pura bontà d'animo.
Una lettura piacevole e interessante, adatta sia a divertire che a far riflettere, consigliato soprattutto ai giovanissimi, che ne apprezzeranno soprattutto il tono fiabesco.
Edited by LadyTriffide - 4/11/2009, 11:00