POISON (1991, USA) di
Todd HaynesEdith Meeks, Larry Maxwell, Susan Norman, Scott Renderer, James Lyons, Lydia Lafleur, John Leguizamo (accreditato come Damien Garcia)
"Fuori orario" questa volta ci regala la visione del primo lungometraggio di Todd Haynes (il regista del meraviglioso "
Velvet Goldmine"). "
Poison" è costituito da tre vicende ognuna delle quali è stata divisa in più parti ed in seguito cucita insieme a quelle degli altri racconti andando a creare una sorta di complesso puzzle. I 3 episodi sono:
HERO: la signora Beacon racconta di come suo figlio ha ucciso, sparandogli, suo marito e poi sia letteralmente volato via dal davanzale di una finestra non facendo mai più ritorno a casa. Questo primo episodio è raccontato sottoforma di documentario (quasi patinato), in cui i conoscenti vengono intervistati per parlare dello strano ragazzino.
HORROR: il Dr.Graves riesce ad isolare il "siero del desiderio sessuale", ma per puro sbaglio lo berrà da una ciotolina trasformandosi in una specie di mostro senziente che contagerà moltissime persone. Girato in b/n è un omaggio al cinema Sci-Fi degli anni '50.
HOMO: il detenuto Broom s'invaghisce del detenuto Bolton per il quale prova un enorme desiderio sessuale. Ma la vita in carcere è dura e il destino beffardo. Questo episodio è ispirato alle novelle di Jean Genet (in particolare a "
Il miracolo rosa"). I colori, come l'atmosfera, sono molto cupi, solo qualche flashback dai toni abbaglianti viene a portare un pò di luce.
Anche se i tre episodi narrati sembrano slegati tra loro hanno un aspetto in comune: come la H con la quale iniziano i rispettivi titoli, anche i tre protagonisti sono dei diversi o meglio, considerati tali. Il ragazzino del primo è descritto come "strano" e viene spesso picchiato; il Dr.Graves, deformato dal suo siero è scansato da tutti, il richiamo alle malattie infettive, come l'AIDS è evidente; nell'ultimo è l'omosessualità a rappresentare la diversità.
Haynes ha grande cura nel mostrarci il perbenismo imperante, la bontà di facciata di una società che invece si sta sfaldando, dove basta un nulla per esser considerati dei diversi venendo emarginati. L'AIDS, l'omosessualità, le manie personali sono spettri che si agitano sul fondo delle coscienze.
Nonostante il basso budget, essendo un film indipendente, si nota una certa cura nella realizzazione, Haynes, specialmente in "HOMO" è audace, ci mostra l'atto sessuale con coraggio, vuole colpire duro. Come risulterà dalla sua produzione successiva sono visibili alcune delle sue caratteristiche peculiari: l'originalità, il tormento e l'ammiccamento compiaciuto, anche se comunque è difficile ingabbiare il suo modo di fare cinema in una o più classificazioni. Qualcuno ha definito questo film sovversivo, altri ripugnante, io dico che è qualcosa di diverso e forte, da vedere/capire.
Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 1991VOTO 6,5
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