1984, George Orwell

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view post Posted on 16/11/2009, 16:38
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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1984 di George Orwell
1948

“Ci incontreremo là dove non c’è tenebra”

Se solo Orwell avesse immaginato che il mondo da lui paventato nel 1948 somigliasse in modo impressionante alla nostra società attuale, penso che sarebbe scappato su un altro pianeta e non avrebbe fatto più ritorno.
E’ senza dubbio uno dei romanzi più belli e allo stesso tempo uno dei più terribili e spaventosi che abbia mai letto in tutta la mia vita.
Anche dopo ore dalla fine della lettura sentivo ancora sulla mia pelle quel profondo senso di terrore, di inquietudine, di angoscia, di soffocamento.
Orwell come Cassandra: ha cercato invano di avvertire i suoi contemporanei e le generazioni dell’immediato futuro a cosa sarebbero andati incontro.
Il pericolo, il grande fratello, il terrore esistono realmente, non sono entità astratte, sono vere, si possono toccare con mano.
E non arrivano in uno scenario apocalittico, ma nella grigia e spenta vita di un impiegato comune.
La prima parte del libro è, a mio parere, la migliore e la più intrigante.
Nel lungo monologo del protagonista, tra la desolazione di un mondo senza forma, s’intravede un piccolo barlume di speranza.
Finché l’uomo resta solo con se stesso, ha possibilità di sopravvivere, c’è solo pensiero, niente azione.
Ma quando l’azione entra prepotentemente a sconvolgere la monotonia della sua esistenza, ogni speranza cade, ogni libertà è finita, ogni desiderio o sogno rimarrà incompiuto, irrealizzabile.
La catastrofe(attesa, paventata,inevitabile) è l’unica conclusione plausibile.
Ma fino alla fine il lettore resta incollato al libro, nella vana speranza che tutto ciò non accada, perché non può, non deve finire così.
E invece il libro finisce, lasciando dentro di chi ha appena finito di leggere un senso d’impotenza ma anche di profonda angoscia, un senso di soffocamento, di claustrofobia, perché quel mondo descritto così sapientemente da Orwell non è poi così lontano da noi, anzi ci siamo immersi dentro.
Un libro difficile, attualissimo, senza tempo, un romanzo che tutti dovrebbero leggere, da cui tutti dovrebbero trarre le conclusioni che vogliono, un libro che, forse, non sarà mai compreso appieno.
Molto semplicemente un capolavoro, che dovrebbe essere adottato nelle scuole, assolutamente.

Come sempre ringrazio il mio consigliere LordDunsany per il suggerimento di lettura...ti sono debitrice di un altro capolavoro, grazie.

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Edited by LadyTriffide - 17/11/2009, 12:33
 
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**Diana*
view post Posted on 16/11/2009, 16:46




CITAZIONE
che dovrebbe essere adottato nelle scuole, assolutamente.

Venere

Magari! Sarebbe il verificarsi di un sogno: insegnanti che vogliono esseri pensanti e non tanti lobotomizzati che non li costringono ad usare, a loro volta, un cervello atrofizzato!

 
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LadyTriffide
view post Posted on 17/11/2009, 14:23




L'ho lessi anch'io su consiglio a ventun anni, non l'avevo neanche mai sentito nominare :unsure:

Come dici tu Simona, la prima parte è la migliore. La speranza di poter modificare il proprio destino e la gioia di poterlo condividere con un'altra persona, rendono la lettura appassionante... quando la ragazza non viene all'appuntamento nella camera dell'antiquario e sparisce nel nulla, nel lettore permane quel senso di rivoluzione possibile, di ribaltamento del sistema...finchè anche lui non viene catturato e si ricade nello sconforto senza ritorno.
Mi ha ricordato per certi versi "Io sono leggenda" specialmente la forza della convinzione di credere sempre nella vita e il finale.

VOTO 8,5
 
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Baba1989
view post Posted on 17/11/2009, 19:17




Uno dei libri più belli e angoscianti che abbia mai letto.
Un'opera senza tempo, che ti lascia un senso d'amaro in bocca, ti porta a riflettere sulla caducità della vita, sull'importanza della libertà, sul coraggio di resistere, sempre.
Annulla anche la speranza, ti trascina in un vortice di terrore e desolazione da cui non si può fare ritorno, ti avvolge, opprimente, mentre tu ti auguri con tutte le tue forze che davvero non finisca così, perchè è una conclusione che fa male, fisicamente, è agghiacciante ma così reale..
Orwell riesce ad intessere un incubo senza precedenti, le pagine scorrono via come un fiume in piena, travolgono ogni aspettativa.

VOTO: 9
 
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private eye
view post Posted on 18/11/2009, 14:51




Angosciante e tremendamente opprimente, 1984 fa parte di quei romanzi che usano la vicenda per trasmettere un messaggio. La prosa di Orwell, incerta nelle parti di narrazione e messa a rivestire una trama che perde di credibilità in alcuni punti, è praticamente perfetta nei dialoghi: quanto turbamento, intellettuale ed emotivo, si concentra nelle pagine finali, sia durante la lenta riemersione della verità che durante l'ultimo incontro tra i due innamorati.

Voto: 8.5
 
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LadyTriffide
view post Posted on 18/11/2009, 15:04




CITAZIONE (private eye @ 18/11/2009, 14:51)
Angosciante e tremendamente opprimente, 1984 fa parte di quei romanzi che usano la vicenda per trasmettere un messaggio. La prosa di Orwell, incerta nelle parti di narrazione e messa a rivestire una trama che perde di credibilità in alcuni punti, è praticamente perfetta nei dialoghi: quanto turbamento, intellettuale ed emotivo, si concentra nelle pagine finali, sia durante la lenta riemersione della verità che durante l'ultimo incontro tra i due innamorati.

Voto: 8.5

Vero, anch'io ho trovato dei punti incongruenti e il significato della "stanza" un po' privo di fantasia... Mi aspettavo chissà cosa.. :unsure: Almeno la sua più grande paura poteva essere più interessante :P

SPOILER (click to view)

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private eye
view post Posted on 18/11/2009, 19:39




Io più che altro ho trovato poco credibile
SPOILER (click to view)
l'interesse di Julia, ragazza bella, vitale e carismatica, per Winston; questo acquisisce un senso soltanto alla luce del suo desiderio adolescenziale e ribelle di "beffare" il Partito, scegliendo magari come compagno un uomo con caratteristiche antitetiche a quelle del modello propagandato dal Partito stesso


:)
 
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sergio937
view post Posted on 5/5/2011, 08:01




I primi capitoli e una parte degli ultimi sono in modo visibile un pamphlet antisovietico. Troppo semplice riconoscere Stalin nel "grande fratello" dai folti baffi neri e Trotskj in Goldstein.
La parte interessante del romanzo è in mezzo a questi due estremi, quando il narratore prende il sopravvento sul polemista e la vita del personaggio principale, Winston, viene narrata con una capacità introspettiva straordinaria.
L'oppressione del regime viene descritta in modo sottile, prende forme non troppo lontane da quelle di tanti apparati comunque definiti democratici, con manipolazione della realtà, distrazione delle masse, alterazione dei dati... l'esasperazione del racconto fa purtroppo intravedere metodologie attenuate ma a noi note, specie nell'italico paese governato dalla televisione :-(
Ma lasciando da parte queste considerazioni, è la psicologia di Winston il punto forte del romanzo. Odia il regime, ma più per i fastidi che ne subisce a livello personale che non per un generico ideale di libertà. Le piccole ambiguità del rapporto fra vita privata e contesto sociale vengono amplificate in modo esagerato tramite la struttura gerarchica immaginata da Orwell, ma certi aspetti, certi compromessi che condurrano poi all'acquiescenza finale del protagonista, non sono solo fantasociologia.
 
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view post Posted on 6/5/2011, 14:54
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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Mi fa davvero piacere che ti sia piaciuto, come ben sai questo per me è un libro fondamentale, da leggere per renderci conto di come la nostra società stia andando lentamente alla deriva.
Il finale mi ha angosicato terribilmente, uno dei più belli che mi sia capitato di leggere.
 
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8 replies since 16/11/2009, 16:38   190 views
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