MADRE NOTTE, Kurt Vonnegut

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private eye
view post Posted on 8/12/2009, 00:49




MADRE NOTTE - Kurt Vonnegut
1961

Se c'è una cosa che la Madre notte non può fare è nascondere agli uomini di coscienza le proprie colpe: così è per il protagonista di questo libro, Howard W. Campbell Jr. (personaggio noto a chi ha letto Mattatoio n.5), propagandista e ideatore, durante la Seconda Guerra Mondiale, di slogan in favore del nazismo; dal carcere di Gerusalemme, dove è detenuto in attesa del processo per crimini di guerra, affida alla parola scritta la sua storia, le sue riflessioni e, lentamente, svela meccanismi di un gioco crudele, che la Storia fa con gli uomini come il gatto con il topo. Con trasporto e delizia Vonnegut ci conduce, attraverso questo libro dal titolo nostalgico e imponente (una citazione da un discorso di Mefistofele, tratto dal"Faust" di Goethe), verso il fatidico, inevitabile incontro di un uomo con il proprio destino, cercato, invocato su di sé, fatto accadere; con un destino che è desiderio di espiazione di colpe quali l'onestà, la devozione e la fede cosciente, ragionata da parte di Campbell, restio a vedersi smembrare da giochi pericolosi che non arriva a comprendere sino in fondo (significativa, forse, a questo proposito, la dedizione del protagonista nell'intagliare pedine per gli scacchi: una metafora, quella degli scacchi, usata e abusata ma ancora efficace).
Dal ritmo più bilanciato rispetto a Ghiaccio-Nove, Madre notte è un lucido serpente narrativo, che si apre nebuloso e vago (singolari appaiono, già nelle prime pagine, le note del curatore, Vonnegut, nonché la dedica a Mata Hari che, forse, racchiude in sé l'essenza stessa del libro, la sua intenzione e il suo spirito), si dispiega in una serie di eventi tragici eppure farseschi e dal sapore leggero, per finire a a mangiarsi la coda da solo, in un ending che è apoteosi della morale. Perfetto nel meccanismo che, oltre a sostenerne l'equilibrio, lo iscrive a pieno titolo nel genere thriller, spy-story, questo breve romanzo presenta in toto le caratteristiche della prosa unica di Vonnegut, tanto piacevole quanto onesta (una cristallina limpidezza di stile e intenzioni, che fa pronunciare all'autore una frase come la seguente: "Suppongo che se fossi nato in Germania, sarei stato nazista..."). In più, Madre notte, si avvale di una folta schiera di personaggi che, caricaturali e grotteschi, riescono, forse involontariamente, a eccheggiare il mito, la grandezza degli idoli delle tragedie greche: accanto al protagonista, un uomo lucido e nudo, violentato nelle proprie emozioni dagli inganni delle vigliacche strategie dello spionaggio bellico (che, a guardar bene, non possono che apparire come parti di una guerra su scala ridotta, irreale, quasi gioco di strategia, fatta d'intrighi e fazioni che si confondono e finiscono in party cortesi tra uomini di potere) si fa spazio soprattutto Resi, cognata di Campbell e sua controparte, emblema dell'incompatibilità dell'amore con le logiche e i dettami secolo, costretta a prendere l'identità della sorella morta per farsi amare da Campbell, ridotta a prendersi l'amore di un'altra; la biondissima Resi, dalla levatura morale d'una Medea o d'una Fedra, che avvizzisce, un poco triste ma senza drammi, come un'ideale per il quale non c'è spazio.
E mentre verità e menzogna si confondono, dietro maschere deformate, imponente ed eterna emerge la morale di questo scritto, morale riconosciuta dallo stesso autore che ammette come Madre notte sia l'unico, tra i suoi romanzi, nel quale ne riconosce una: "Noi siamo soltanto ciò che facciamo finta di essere, sicché dobbiamo stare molto attenti a ciò che facciamo finta di essere".
Ancora in un mondo di confine, sospeso nel passato che è immutabile poiché è già stato ma comunque critico e fatto rivivere con l'indagine e l'eternità di certi interrogativi, Vonnegut apre il suo teatro, fa esibire i suoi attori e chiude qualcosa che, in realtà, rimarrà aperto per sempre.

VOTO 8 +


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Edited by LadyTriffide - 10/12/2009, 09:32
 
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view post Posted on 10/12/2009, 09:26
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Sapiente Malizioso
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Questa recensione è molto bella e credo m'abbia fatto "entrare" nell'atmosfera del romanzo. Detto questo, mi pare il solito Vonnegut, ovvero un autore per me ostico. Non riesco ad entrare nei suoi meccanismi; non mi interessano libri che vertono su questo tipo di argomenti che a lui tanto stavano a cuore.. Temo di trovare un altro romanzo nel quale i momenti di ironia spinta sono pochi. Troppo impegnato ed impegnativo per i miei gusti.. :)
 
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1 replies since 8/12/2009, 00:49   565 views
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