IL SETTIMO SIGILLO (SVE, 1957) di
Ingmar Bergman
Max von Sydow (Antonius Block), Gunnar Björnstrand (Jöns, scudiero)
Bengt Ekerot (la Morte), Nils Poppe (Jof) , Bibi Andersson (Mia, moglie di Jof), Inga Gill (Lisa, moglie del maniscalco), Maud Hansson (strega), Inga Landgre (Karin, moglie di Block), Gunnel Lindblom (donna muta), Bertil Anderberg (Raval), Anders Ek (il monaco), Ake Fridell (Blacksmith Plog),
Gunnar Olsson (Albertus Pictor, Church Painter)
Dopo anni di esitazioni mii sono dato alla visione di questo celebrato capolavoro. E' sempre difficile accostarmi a opere come questa: il bianco e nero mi scoraggia, di solito i film classici sono impegnativi e Bergman so essere un maestro indiscusso ma che non conosco, ammetto con colpa, quindi probabilmente non avevo tutti gli elementi necessari ad una corretta visione. E’ la storia di un cavaliere, Antonius Block, e del suo fido scudiero che di ritorno in Danimarca dopo 10 anni di crociate, si trova faccia a faccia con la Morte alla quale chiede ancora un po’ di tempo poichè deve capire, sapere una cosa (ha perso la fede, deve capire se Dio esiste); la sfida perciò a scacchi (celeberrima scena), la morte accetta, la sfida si protrarrà lungo tutto il film. Sullo sfondo un cupo medioevo, la peste, una coppia di saltimbanchi, un fabbro, la di lui svergognata moglie e un viaggio attraverso un bosco verso il castello di Antonius. Senza addentrarmi troppo sui simboli di questo film, dirò che Block è in crisi religiosa, crede, cerca Dio, ma ha dei dubbi, non può non vedere la paure che gli uomini hanno per la morte, per l'ignoto e vorrebbe conforto; questo film rappresenta la sua ricerca, chiede tempo alla Morte, perché lui ha bisogno di toccare con mano Dio; "
se esiste", dice lui, "
perché non si mostra concretamente"? Verso la fine del film Antonius chiede alla Morte:”
Ma tu sai qualcosa?” e lei di rimando: ”
Non ne ho bisogno”. L'incontro con i saltimbanchi, che sono "puri", farà ritornare Block sulla retta via; il finale, a mio parere, porta speranza. Strepitosa una scena con preti, flagellanti e storpi che in corteo, entrano in questa cittadina cantando e pregando, si fermano al centro e un prelato arringa gli astanti predicendo la morte per tutti quanti. Uso incredibile di luci ed ombre. Film impegnativo, ma di certo da soddisfazione.
VOTO 7,5
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