Sono passati 3 anni e finalmente ho avuto l'occasione di visionarlo. I presagi che avevo avuto leggendo i commenti di Nefer, si sono rivelati veritieri e perciò nefasti.
Se "
Un marito ideale" e "
L'importanza di chiamarsi Ernesto" (visti entrambi molto recentemente) erano "classicheggianti", girati come fossero commedie alla maniera di Ivory (con molta meno eleganza): misurati, con i tempi giusti, con sapiente distribuzione dei motti di spirito e con atmosfere riportate in modo corretto; questo, forse per il budget più elevato o per l'importanza del romanzo, e poichè non sceneggiato dallo stesso Parker (come invece fece per i due film citati precedentemente), è un fumettone patinato senz'anima e con poca sostanza. Certo, mi si dirà che "è liberamente tratto da..", però, a mio parere, c'è modo e modo di rivisitare i romanzi: o la totale fedeltà al narrato o la rielaborazione in chiave totalmente differente (tipo la brillante operazione portata a compimento da Luhrmann o dalla Taymor su Shakesperare). Qui s'è fatto un misto che non accontenta, quasi, nessuno.
Vero, c'è un tentativo di riprodurre delle atmosfere gotiche (come era stato annunciato dallo stesso regista in pre - produzione), ma mi pare fallito o quantomeno non completamente riuscito; si vira molto più sull'orrorifico (le animazioni ed i grugniti del quadro), ma con risultati alterni. Probabilmente Parker, memore delle sue comparsate in "
Cabal" e nei primi due "
Hellraiser", non ha resistito ed ha voluto mostrare la sua vocazione segreta.
Torniamo al "liberamente tratto": ciò non vuol dire snaturare il rapporto tra Dorian e Sybil; non più simbolo dell'amore per l'arte, ma mero colpo di fulmine condito da passione amorosa.
Voglio poi tacere della ventilata propensione omossessuale di Dorian che viene esplicitata in una scena con bacio, più qualcosa d'altro più spinto, sempre a favore di Basil.
Poi mi domando: che funzione ha il personaggio di Emily (figlia di lord Wotton)? E' stato introdotto per dare al pubblico una salvifica ed amorevole figura ispiratrice della redenzione del protagonista? E' poco funzionale, chiunque sia un pò attento non può non notare come sia un personaggo che stona.
Altro aspetto che non ho gradito è l'inopinato calcare sulla (presunta?) voglia voyeristica del pubblico: il raffinato Wilde non ha descritto, ma lasciato all'immaginazione del lettore, ciò che, invece, il volgare Parker ci mostra senza problemi. Perchè quelle scene eroticheggianti? Perchè questa smania di "mostrare"?
Chiudo con un'altra considerazione: il fornire una sorta di triste "background" (assente nel romanzo) a Dorian m'è parsa una mossa sbagliata, evidentemente atta alla creazione di un certo legame empatico presso il solito "pubblico". Ma questo, come anche gli altri fatti mezionati, fanno deviare da quelli che erano molti degli intenti del romanzo. Dorian è condizionato da Wotton, ma poi sceglie in assoluta libertà di darsi ad una vita dissoluta; la "redenzione" finale, nella quale si avvertono echi di "
William Wilson", non viene certo scatenata dall'amore provato per Emily, è un atto disperato, è il sopraggiungere di un'improvvisa, e forse tarda, consapevolezza..
Non mi sento di promuoverlo; a parte alcune battute di lord Wotton e pur contando su una buonissima fotografia, l'ho trovato "grossolano", sopra le righe.
E' vedibile, ma non è niente di che..
VOTO 5,5
PS: a me sto Ben Barnes (Dorian) non è proprio parso l'adone irresistibile cui nessuna donna ha saputo resistere durante tutto il film..
Edited by LordDunsany - 10/5/2013, 19:41