Il favoloso mondo di Amelie (Francia 2001)
Un film di Jean-Pierre Jeunet. Con Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Dominique Pinon, Rufus, Jamel Debbouze.Questa è la favola di Amelie, giovane ragazza della provincia francese, che vive in maniera disincantata e semplice, facendosi “domande cretine” su tutto ciò che la circonda e apprezzando i piccoli gesti di ogni giorno (stupenda, pura poesia, la sequenza iniziale, in cui ci elenca tutte le cose che le piace fare, come immergere la mano in un sacco pieno di legumi, o rompere la crosta della creme brulée con la punta del cucchiaio).
Un giorno ritrova casualmente in casa sua una scatoletta, contenente oggetti certamente appartenuti ad un bambino, ed inizia così a cercare informazioni per poter risalire al proprietario. Al momento della restituzione, l’infinita gratitudine di quest’ultimo segnerà l’inizio di una svolta, un momento in cui Amelie decide quale debba essere lo scopo della sua esistenza: rimettere a posto le cose, aiutare gli altri.
Ingenua, e buona oltre il possibile, Amelie intraprende questa strada, che la porterà a conoscere tanti personaggi curiosi, eccentrici, sofferenti, annoiati, divertenti, proiettati in un’allegra e spensierata atmosfera da piece teatrale.
Ed in questo coloratissimo mosaico di figure incontrerà anche Nino, del quale si innamorerà perdutamente, lasciandosi guidare da sentimenti sopiti nel tempo, emozioni venate d’egoismo quali sono quelle dell’innamoramento.
La deliziosa Audrey Tatou, sguardo da furbetta e sorriso dolcissimo, ci accompagna nel suo mondo magico, onirico, ovattato, incanto per lo spettatore inevitabilmente rapito dalla disarmante delicatezza di questa storia surreale.
Stupenda la fotografia curata da Bruno Delbonnel, calde tinte pastello e cangianti contrasti che aumentano la suggestiva dimensione fiabesca.
E meravigliosa la colonna sonora di Yann Tiersen, una ballata struggente, soave, elegante e dolcissima, che avvolge lo spettatore durante tutto il film come una coperta tiepida.
Peccato per il finale, Jeunet poteva davvero fare di più: il lieto fine forzato, costretto in un dubbio sentimentalismo, rovina il sapore quasi bohemien che aveva contraddistinto lo stile di Amelie sin dall’inizio della pellicola.
Conclusione semplicistica, poco naif, manca di originalità; ma nei restanti 100 minuti, la magia è servita.
Voto: 8