TRANSAMERICA, 1° Film di Gruppo

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view post Posted on 12/1/2010, 11:21
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Sapiente Malizioso
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ATTENZIONE SPOILER

TRANSAMERICA (2005, USA) di Duncan Tucker
Felicity Huffman (Stanley Schupak/Bree Osbourne), Kevin Zegers (Toby), Graham Greene (Calvin), Fionnula Flanagan (Elizabeth Schupak), Burt Young (Murray Schupak), Carrie Preston (Sydney Schupak, sorella di Bree), Elizabeth Peña (psicoterapista)

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Los Angeles: Bree, single, è una donna che lavora come cameriera in un locale; o meglio, è un transessuale, che attende l’imminente operazione finale, che la libererà da quell’ultimo attributo maschile di cui tanto si vergogna. Le arriva una telefonata da parte di un ragazzo, il 17enne Toby, che cerca il padre, il signor Stanley Schupak. Toby, che altri non è che l’inaspettato figlio di Bree/Stanley (frutto di una fugace relazione giovanile), è finito in prigione; su consiglio, anzi ordine della propria psicoterapista, Bree è costretta a partire per New York per recuperare il figlio, pena la non autorizzazione all’intervento chirurgico definitivo! La nostra protagonista, col suo carico di fragilità e insicurezze recupererà il ribelle Toby, che non si farà mancare atti di prostituzione, furto, spaccio e consumo di droga. Il ragazzo, che partirà in macchina col genitore alla volta di Los Angeles scambia il padre per una missionaria cristiana, cosa che a Bree non dispiace fargli credere. Toby vuol ritrovare il padre e iniziare una carriera da attore di film porno; Bree, poco interessata (lo vede come un fardello) avrà modo durante il viaggio di conoscerlo meglio: tenterà di riconsegnarlo al disgustoso patrigno, poi saranno rapinati da un vagabondo (“lo sciamano del peyote”) e aiutati dal Cowboy Calvin che li accompagnerà a Phoenix presso i genitori di lei, che non approvano il cambiamento del figlio/a. Qui Toby, pronto a offrire il suo corpo a Bree scoprirà l’amara verità e fuggirà facendo perdere le sue tracce. Bree tornerà alla sua vita e dopo aver portato a buon fine l’ultima operazione riceverà una visita da Toby, ora attore di film gay pornografici. I due inizieranno a riconciliarsi.

Film molto più complesso a dispetto di quel che potrebbe sembrare dallo svolgimento e dal confezionamento delle immagini. La pellicola si presenta come un road-movie e il viaggio che Bree (una bravissima Felicity Huffman che rende benissimo il disagio dell’uomo che si sta trasformando in donna) compie col figlio è un percorso verso la consapevolezza quella delle proprie azioni. Consapevolezza che si raggiunge capendo i propri limiti e le proprie aspirazioni; la protagonista è fragile, soffre e si comporta come una vera donna; la scoperta della paternità la destabilizza. Questo incontro tra "diversi", non perchè lo siano, ma perchè il mondo circostante, la società, la famiglia (rappresentata perfettamente dall'inverosimile ottusità della madre di Bree), li rinchiudono, li incastrano in un recinto che non appartiene loro, darà a Bree (il personaggio di Toby è troppo giovane, inconsapevole, trova la "necessità" di una guida nel padre/madre, solo nel finale) la forza, il coraggio di rivendicare a viva voce che lei non è solo quello che sembra ma vorrebbe che tutti vedessero quel che lei è realmente!
Viaggio dunque alla conquista di se stessi, verso la rivendicazione delle nostre volontà, dei nostri intimi desideri, troppo spesso annegati sotto definizioni, modi di pensare e corpi che a volte sono solo una prigione..
Film difficile e non proprio spensierato (anche se un paio di battute carine ci sono); non è esattamente ciò che m'aspettavo di vedere e non rientra del tutto nei miei gusti, però oggetivamente è una pellicola che merita.

VOTO 6,5

© Tutti i diritti riservati
 
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LadyTriffide
view post Posted on 12/1/2010, 12:38




Vedi che avevo ragione a voler far fare a te la recensione?? :P
Bravo, ottima davvero, precisissimo e puntuale anche nella trama.

Il film si lascia vedere bene, è lineare, poco "pesante", ma al tempo stesso non mi ha entusiasmato. Ovviamente si patteggia per il ritorno in carreggiata del figlio marchettaro e semi drogato, cosa che fortunatamente non avviene, non scadendo quindi nel buonismo.
E' assente il pathos che si può trovare nei film di Almodovar (ho automaticamente associato i film) quindi rimango in linea con Lord.

VOTO 6,5
 
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Baba1989
view post Posted on 12/1/2010, 20:07




Davvero una recensione splendida, complimenti Cri! :clapping.gif:

Il tema trattato carica indubbiamente questa pellicola di forti responsabilità: riuscire a ritrarre il cammino di qualcuno che invoca energicamente una propria identità, un'identità che non viene immediatamente riconosciuta, senza per questo scadere nella banalità del vittimismo melenso.
Bree è fragile, certo, ma tutti i suoi timori verranno sostituiti dal coraggio di dimostrare come ciò che conti davvero non sia tanto il corpo in cui ci ritroviamo, quanto invece i sentimenti, le sensazioni che tale corpo ci trasmette.
Bree è una donna, con tutti i pregi e i difetti di una donna, con le insicurezze e i desideri di una donna, e nulla può impedirle di mostrarlo, perchè la femminilità traspare in ogni suo singolo gesto.
La superlativa interpretazione della Huffman ci garantisce un'espressività leggera e malinconica allo stesso tempo, ci permette di seguire non con compassione ma con ammirazione il suo percorso, lungo e tortuoso come il viaggio che percorre con Toby; ma ad attenderla ci sarà la soddisfazione di non aver sprecato la propria esistenza all'interno di un involucro che è solo apparenza, ma di essere riuscita ad indossare un delizioso abito che lo spettatore le vede cucito addosso sin dal primo fotogramma.
Dunque un film che fa inevitabilmente riflettere, alleggerito e smorzato talvolta da battute e situazioni divertenti, che ben si sposano con i momenti di profonda sofferenza, in un ossimoro continuo che rispecchia poi quella che è la contrapposizione per eccellenza, ma anche l'unione primordiale, cioè il binomio uomo-donna attorno a cui ruota la storia di Bree.
Intenso, anche se non esattamente il genere di film che prediligo, merita comunque una visione, e non superficiale.

Voto: 7
 
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**Nefertiti**
view post Posted on 13/1/2010, 18:29




CITAZIONE
coraggio di dimostrare come ciò che conti davvero non sia tanto il corpo in cui ci ritroviamo, quanto invece i sentimenti, le sensazioni che tale corpo ci trasmette.

D'accordissimo con quanto detto da Baba....
Il film è piaciuto anche a me,il genere poi si confà ai miei gusti,molto psicologico e profondo...
Un passaggio,quello da un sesso all'altro,non facile e per questo di difficile rappresentazione: ebbene il regista e la magnifica Huffman rendono alla perfezione il cammino tortuoso affrontato da un transessuale (in questo caso Bree) senza per questo appesantire la pellicola,a tratti anche ironica e mai banale!
Pienamente soddisfatta..

Voto : 7


Carino poi il titolo,doppio significato...:)

Edited by **Nefertiti** - 13/1/2010, 19:03
 
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tiresia5
view post Posted on 13/1/2010, 18:44




La Huffman è eccezionale e, come tutti i trans, è orrenda quando, insicura, carica il suo farsi femmina fino al ridicolo, per poi, rasserenandosi, diventare improvvisamente femminile.
Bellissimo il suo riappropriarsi del corpo dopo l'operazione.

E' anche un grande schiaffo alla "famiglia tradizionale", e in generale alla tradizionalità dei rapporti.
Volevo far notare che Sabrina è costretta ad occuparsi del figlio, solo conoscendolo, condividendo qualcosa con lui comincia un vero rapporto da genitore. E’ importante perchè demistifica le basi biologiche dei legami filiali, si è figli e si è genitori solo “essendolo”, e non per un accidente genetico. Sono le persone con la loro volontà che fanno gruppo sociale.

Ma in generale concordo sul fatto che pecca inella sua volontà didascalica, quindi un 6,5
 
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view post Posted on 14/1/2010, 01:14
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Noto come tutti fino ad adesso (con la parziale eccezione di Paola), non abbiamo rilevato la parte che, a mio avviso, sia la coprotagonista fondamentale nel film: il rapporto con la famiglia d'origine! A me è sembrato di capire che uno dei temi forti della pelicola venga anche da lì: Bree è vittima di "mancanza d'affetto e comprensione"; quello che la sua famiglia d'origine, specie l'odiosa e petulante madre, non le vuole più dare! Bree non è pronta ad accettare suo figlio Toby perchè per analogia, lei non viene accettata dalla madre.. Il suo iter personale è anche verso la comprensione dei suoi sentimenti figliali verso Toby, generatisi, per contrasto, dall'incomunicabilità coi propri genitori.

Paola, che intendi esattamente tu con "Pecca nella sua volontà didascalica"?
 
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tiresia5
view post Posted on 14/1/2010, 08:21




Nel senso che possiede un intento politicamente corretto che lega un po' il film.

La mia idea è il contrasto fra famiglia "normale" e famiglia vera: Bree viene da una famiglia normale che non sa essere famiglia, lei costruisce con il figlio una famiglia vera anche se assolutamente fuori norma, lei trova la volontà di essere genitore, chi si trova genitore per un fattore biologico, dentro le logiche socialmente accettate, e non aggiunge a questa condizione la "volontà" di essere gruppo, volontà di affetti, fallisce
 
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view post Posted on 14/1/2010, 10:42
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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Un bellissimo viaggio umano che si fa apprezzare per il realismo e la spontaneità con cui sono ritratti i protagonisti.
Un film che fa riflettere sulla diversità e sulla nostra capacità/incapacità di accettarla, una pellicola intelligente e delicata, che mescola sapientemente dramma e commedia.
Ottima interpretazione quella della Hoffman, che riesce perfettamente a dare al suo personaggio un’ immensa dignità, grazia e delicatezza, aspetti che caratterizzano tutta la pellicola.
Bravissimo anche Kevin Zegers, con questo suo fare da marchettaro sexy.

Voto: 7

Edited by La Venere di cioccolato - 14/1/2010, 16:41
 
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Baba1989
view post Posted on 14/1/2010, 13:37




In linea con quanto detto da Lord, credo che il rapporto difficile, o forse sarebbe meglio parlare di non-rapporto, con la famiglia d'origine sia senza dubbio un aspetto imprescindibile della storia di Bree, e mi trovo d'accordo con Tiresia quando usa l'espressione "famiglia tradizionale", ci sarebbe un lungo discorso da fare sul modo in cui lei rielabora nella sua mente il concetto di famiglia alla luce del suo personale vissuto, riproponendosi, nonostante tutto, come genitore, memore di quanto sia negativamente determinante non avere dei genitori comprensivi alle spalle..
La figura della madre, nella sua vuotezza e superficialità, nella sua egoistica chiusura mentale, incarna quello che Bree deve combattere ogni giorno: è come se lei fosse stata preparata ad affrontare l'indifferenza o peggio l'ottusità di pensiero delle persone, poichè si tratta di un'infelice situazione che ha vissuto nel nucleo familiare ormai sfaldato..
 
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LadyTriffide
view post Posted on 15/1/2010, 11:33




Vorrei far notare una questione anomala nel rapporto tra Bree e la famiglia (anomala in rapporto ai casi reali che avvengono ogni giorno) benché la madre non la accetti, o comunque faccia finta di non vedere il cambiamento del figlio, non la esclude da casa sua, non la disconosce, in cuor suo sa di non poter abbandonarla/o, è "semplicemente" contraria. O sbaglio? O è solo un film?
 
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view post Posted on 16/1/2010, 23:46
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Sapiente Malizioso
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Infatti se noti la madre le chiede subito se ha fatto l'operazione e le continua a chiedere di non fare nulla di tornare quello di prima! :)
 
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10 replies since 12/1/2010, 11:21   140 views
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