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POIROT a STYLES COURT” di
Agatha ChristieGiallo, Mondadori, 1920, pagine 203
Styles Court è una graziosa e sperduta villa, con parco annesso, sita nell’Essex; in essa dimorano la signora Inglethorp, il neoconsorte Alfred Inglethorp, i figliastri Lawrence e John, la moglie di quest’ultimo, Mary, Miss Cynthia, una governante, svariati camerieri e giardinieri. Il capitano Hastings, viene quivi invitato a soggiornare da John, suo vecchio amico. Avviene che la signora Inglethorp muoia avvelenata e per risolvere il caso di omicidio venga chiesto aiuto a Hercule Poirot, ex funzionario della polizia belga, ora investigatore..
Questa è il primo romanzo della Christie, nonché la prima apparizione di Poirot; personaggio bizzarro che sembra non avere passato. Con il capitano Hastings forma un simpatico duo: l’uno il re della perspicacia, l’altro la negazione dell’intuitività. Poirot fa quasi antipatia per la sua sicurezza: coglie tutti i particolari, anche quelli più insignificanti e ogni tanto lancia mirate indicazioni sull’indagine a favore/contro Hastings, cioè per noi, che la Christie usa per aiutarci/sviarci nella soluzione del delitto. In un crescendo di suspance, condita da testimonianze, indizi, osservazione dei comportamenti dei sospetti, Poirot arriva senza fallo alla spiegazione dell’enigma. L’intreccio m’è parso leggermente cervellotico e v’è un bel magheggio nel finale le che non aiuta il lettore nell’indovinare la soluzione. Poirot nella sua spiegazione dà troppe cose per ovvie; forse risulta un tantino troppo brillante e saccente! Questo era il mio secondo libro della Christie dopo “Dieci piccoli indiani”, devo dire che me lo sono letteralmente “bevuto in un sorso”, la curiosità di giungere alla scoperta del colpevole ha reso piacevole la lettura; buona oprera prima, il libro è ben scritto, ottimo come intrattenimento. Ammetto di non esser riuscito a dipanare la matassa e il buon ed onesto Hastings non m’è parso così idiota come Poirot lo voleva far sembrare!
VOTO 6,5
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