QUARANTENA (USA, 2008) di
John Erick DowdleJennifer Carpenter (Angela Vidal), Johnathon Schaech (Fletcher), Steve Harris (Cameraman), Columbus Short (Wilensky), Jay Hernandez (Jake), Marin Hinkle (Kathy), Rade Serbedzija (Yuri), Greg Germann (Lawrence), Denis O'Hare (Randy), Dania Ramírez (Sadie)
Los Angeles, una giornalista, Angela Vidal, sta girando una sorta di documentario sui vigili del fuoco. Arriva una chiamata notturna; in un palazzo un’anziana signora ha bisogno d’aiuto. Recatisi sul posto i pompieri rintracciano la donna che versa in condizioni anomale, infatti schiuma saliva ed ha molto sangue addosso; uno di loro viene aggredito e morso. Nel tentativo di chiedere aiuto i pompieri si accorgono che le porte sono state sbarrate dalle forze dell’ordine, quindi loro e gli inquilini sono intrappolati per non si sa per quale motivo. Inizia una lotta per la sopravvivenza, testimoniata dalla telecamera dello stoico operatore televisivo; un veterinario lì presente, visti i sintomi, parla di “rabbia”; alcuni dei residenti sarebbero stati infettati non si sa in quale modo, l’unica maniera di salvarsi a propria volta è non venire a contatto col sangue dei contaminati, poiché per questa malattia non esiste cura. Remake pedissequo della pellicola spagnola “Rec”. Attraverso l’occhio della telecamera dell’operatore (le immagini però non sono tanto traballanti da infastidire) noi attraversiamo insieme ad Angela l’incubo nel quale via via la vicenda scivola inesorabilmente. Serrato, claustrofobico, “malato”, con buone le scene “di paura”, ritmo e tensione sempre, o quasi, all’altezza; sceneggiatura che funziona, anche se nel finale non ci vengono spiegati il perché né il per come. La protagonista, Jennifer Carpenter, sorella di Dexter nell’omonima serie TV, è la nuova regina dell’urlo! In questa pellicola vediamo come i malati sono “chiusi dentro”, invisibili, lasciati ad eliminarsi tra di loro, mentre “fuori” c’è il mondo civilizzato e “sano” che non può tollerare disordini e diversità . Questo tipo di film è un shot for shot, perciò, come l’originale di Balaguero, deve di sicuro qualcosa a Cannibal Holocaust e B.W.P. quanto all’espediente della telecamera a spalla che riprende gli avvenimenti; il risultato non m’è parso disprezzabile! Esempio di come con un basso budget si possano fare discrete cose.
VOTO 7
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