Paranormal Activity (USA 2007)
di Oren Peli, con Katie Featherston, Micah SloatKatie e Micah sono due giovani fidanzati, recentemente trasferiti in una nuova casa.
Le loro notti non trascorrono tranquille. Debbono convivere con rumori molesti, oggetti spostati, graffi sui muri, sussurri inquietanti, respiri invisibili.
Il loro tormento ha luogo durante le 21 notti che ci vengono presentate, sistematicamente, attraverso le riprese del ragazzo con la sua telecamera: il suo scopo è di riuscire a catturare delle immagini notturne e poter quindi comprendere cosa li preseguita, cosa accade veramente tra quelle mura durante il loro sonno.
La realtà che scopriranno si farà sempre più sconvolgente, prendendo la forma rarefatta di un demone che non ha nessuna intenzione di lasciarli in pace..
Il film che ha terrorizzato l’America.
Il film che ha turbato il sonno di Spielberg.
Il film che con soli 15.000 euro di budget riuscirà ad angosciarvi.
Cavolate.
Per qualsiasi spettatore un minimo avezzo a questo genere di film (dunque magari non tredicenni che si tengono per mano sussultando ad ogni minimo scricchiolio del parquet della casa, e che pensano che Carrie sia il nome di un cagnolino), “Paranormal Activity” scorre via privo di eccellenze.
Delusione profonda la mia, unita ad un sostanziale fastidio (ingiustificato, viste le regole del mercato) nei confronti del trailer, ingannevole: sembrerebbero 86 minuti di terrore, di riprese notturne, di presenze negative che si manifestano continuamente.
Invece sono 86 minuti di cronaca della vita DIURNA di questi due giovanotti, farcita da ALCUNE scene al buio, la maggior parte delle quali si riducono ad una porta che sbatte o ad un lampadario che ondeggia senza motivo (uh, che paura). Quest’aspetto non è trascurabile a mio parere, perché tutti i momenti girati alla luce del sole, in questa bella casa del signor Peli, con i due che si interrogano su cosa sia potuto accadere la notte prima, rovinano del tutto la (poca) atmosfera che si era creata.
Aggiungiamo poi che di notte si, Katie è terrorizzata, e si, Micah è sull’orlo dell’esaurimento, ma ogni mattina studiano, lavorano, e bevono il caffè come se nulla fosse: e il demone? Oh, beh, ci penseremo al momento di andare a dormire.
Patetico inoltre il ragazzo che si aggira coraggiosamente per la casa (senza accendere le luci) urlando al demone che no, non può stare lì, perché quella è la loro casa, e deve andare via immediatamente o farà una brutta fine (cosa intenda fare a parte mettere il borotalco sulle piastrelle poi non lo sappiamo). Insomma, un ombra che sfugge, una tavoletta ouija che prende fuoco e delle strane impronte sul pavimento sono un po’ pochino per tenerti col fiato sospeso.
Ed ecco che arrivano in (tardo) soccorso i 5 minuti finali.
Ah, che goduria. Finalmente mi sono spaventata.
Voto: 5.5