LA CASA SULL'ABISSO, William H.Hodgson

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view post Posted on 18/3/2010, 19:05
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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LA CASA SULL'ABISSO - William H.Hodgson

1907

Il terrore dell'inconscio

La casa, il nostro porto sicuro, dove tutti noi ci rifugiamo la sera per ritemprarci dalle fatiche del giorno.
Beh, immaginate se, un giorno, aprendo la porta della vostra stanza, foste risucchiati da un abisso e vi ritrovaste in un attimo in un’altra dimensione, in un altro tempo e in un altro spazio, popolato da mostri che vi vogliono uccidere…che fareste? Come vi comportereste?
Questo è ciò che accade al protagonista di questo brevissimo racconto di Hodgson.
Nel 1877 due uomini, durante un viaggio, ritrovano un antico manoscritto in Irlanda, vicino a delle rovine.
In tale manoscritto è contenuto il diario-delirio di un uomo che viveva con la sorella e il suo fedele cane in un’antica casa sita sull’orlo di un abisso, sul fondo del quale scorreva un lungo fiume.
Tutto ha inizio quando l’uomo vede formarsi, nel suo salotto, una sorta di foschia color porpora, che lo trascina in un’altra dimensione.
In questo non-luogo, una landa sperduta e desolata, l’uomo trova un maniero identico al suo, nel quale vivono esseri mostruosi e sanguinari.
Poco tempo dopo, quello che lui crede essere stato un sogno si trasforma in realtà, vere creature giunte dall’ignoto assediano la sua casa, rendendo lui e sua sorella schiavi di un incubo che sembra non avere mai fine.
Poi, all’improvviso, questo terribile assedio finisce e lui, curioso, decide di avventurarsi fuori e di visitare il luogo dove abitano queste mostruose creature.
Ma di ritorno alla sua casa, scoprirà qualcosa di sconvolgente, che va oltre ogni comprensione umana…
Uno dei libri più brevi e intensi e, personalissima opinione, uno dei migliori testi orrorifici che abbia mai letto.
Un racconto angosciante, a tratti terrificante, una sinergia di horror, fantascienza e metafisica, capace di generare un’atmosfera terribile e opprimente e di incutere incessantemente tensione e paura nel lettore.
La casa vista come un luogo claustrofobico, dove tutte le nostre paure prendono vita e ci assalgono, senza che noi possiamo impedirlo.
Non vi nascondo che ho provato un senso di oppressione di angoscia a causa di quell’atmosfera dolorosa e inquietante che si respira a ogni pagina, un’atmosfera che ti cattura, che ti avvolge come una nube invisibile, che a tratti non ti lascia respirare.
L'angoscia, l'orrore, il senso di oppressione che si provano di fronte all'assalto della casa da parte degli orribili esseri-maiale è l’ennesima prova della magistrale bravura di quest’autore.
Il tutto “presentato” da questa suggestiva poesia, il cui titolo è “Angoscia”

Una sete crudele regna nel mio cuore.
Non avevo mai immaginato che quest'intero mondo,
schiacciato nella mano di Dio,
potesse dare una così amara essenza d'inquietudine,
un dolore grande come quello che ora il rimpianto
ha estratto dal suo tremendo cuore, aperto!
Ogni respiro è un gemito,
i battiti del mio cuore sono rintocchi di dolore e
il mio cervello ha un solo pensiero, che mai più,
per l'intera vita potrò nuovamente ( eccetto che nel dolore del ricordo), toccare la tua mano, che ora non è più!
Nel vuoto della notte io cerco opacamente piangendo il tuo nome,
ma tu non ci sei,
e il vasto trono della notte diviene una stupenda cattedrale
con le stelle che rintoccano come campane verso di me,
che nell'infinito spazio sono l'essere più solo !
Assetato, striscio verso la riva,
dove forse qualche sollievo mi sarà dato dal cuore eterno
dell'antico mare;
ma guarda !
Dalla sua solenne profondità, voci lontane, misteriose,
paiono chiedere perchè siamo separati.
Dovunque vada io sono solo,
io che un tempo, grazie a te, possedevo il mondo.
Il mio petto è un solo rabbioso dolore per ciò che un tempo era,
ed ora è fuggito nel vuoto dove viene precipitata la vita,
dove ogni cosa non è più, nè mai sarà.

Affascinante, onirico, suggestivo…se si ama l’horror, non si può non leggerlo

Voto :8.5

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Edited by LordDunsany - 18/3/2010, 19:14
 
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view post Posted on 18/3/2010, 19:12
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Sapiente Malizioso
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M'è piaciuta la tua recensione, brava Simo! :) Io non ho molto da dire su questo racconto; mia personalissima opinione: il racconto breve più bello che ho mai letto.. :) :) Simo metto in neretto una cosa che hai scritto che è un enorme spoiler :) :)
 
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view post Posted on 18/3/2010, 19:34
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà
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Ah si, è vero, scusa.
Grazie ancora per i complimenti :)
 
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Baba1989
view post Posted on 2/4/2010, 22:14




Nella prefazione al racconto, Lovecraft definisce la fantasia di Hodgson macabra.
La potenza suggestiva con cui questo autore, purtroppo misconosciuto, evoca mondi nascosti e spaventevoli, è l'autentico midollo del suo narrare.
L'irreale, con Hodgson, prende forma e colore, si insinua tra le pieghe della normalità, con dovizia tale che ogni dettaglio, seppur minimo, ci suggerisce sommessamente presenze sinistre, terrificanti, che ci circondano, ci osservano.. E' l'occulto.
"Naufragio nell'ignoto" e i racconti de "L'orrore del mare" mi avevano a suo tempo permesso di assaporare l'angoscia, in ogni sua prospettiva: uomini persi in lande sconosciute, dimenticate da Dio e da tutti, in balia di creature che direttamente dalle oscure profondità degli abissi emergono, portatrici di eventi terribili e incorporanti il più puro, raccapricciante orrore umano.
In questo racconto lungo, datato 1908, Hodgson abbandona l'inferno del mare per raccontarci, con evidente straordinaria suggestività, di una magione irlandese che improvvisamente diviene preda di creature empie e terrificanti. Magistralmente ritorna l'archetipo della paura tanto caro a questo scrittore, cioè l'abisso, il vuoto, la tenebra: la casa, allo stesso modo in cui erano le navi, è come un ultimo disperato appiglio alla confortante realtà della luce, estremo baluardo, poichè da lì a poco è solo voragine, come fosse il lato più oscuro dell'animo umano, l'anfratto più recondito da cui affiorano solo i peggiori incubi. Impari è tuttavia la lotta tra la ratio e il soprannaturale: in Hodgson è l'irrealtà il dominio, è l'ultraterreno la dimensione convenzionale.
La vetta, in tutti i sensi, si raggiunge nel momento in cui il narratore viene risucchiato, lentamente e inconsapevolmente, in un vortice cosmico dove spazio e tempo sono contenitori non percepibili, dove a manifestarsi è la paura dell'eterno, dell'essere soli, sempre e in ogni luogo: la parte in cui il protagonista, oramai perso nell'inesorabile scorrere dei millenni, scorge sconsolato le rovine della sua casa, e cerca rifugio nella brillantezza degli astri, mi ha in qualche modo ricordato il senso di solitaria, maestosa inadeguatezza alla vita che ci aveva regalato Shiel.
E così, l'ossimorico terrore hodgsoniano non si cela solo nelle profondità della terra, come potevamo aspettarci (l'abisso, il pozzo, l'acqua che dà la vita e al tempo stesso la toglie): si rivela anche ed anzi nella magnificenza del cosmo. Il cielo, nella sua infinitezza, rappresenta la vera minaccia, poichè se da una catabasi infernale si può cercare una via per rivedere la luce, dal "mare del tempo" non v'è modo di fuggire.
Quando l'Universo stesso folgora l'animo umano, e avvolge ogni cosa in una morsa di gelo e buio, tutto si alterna, sempre uguale: e cosa c'è di più spaventoso che vedere il mondo perdere i suoi contorni?
La chiave di volta di questo Orrore, per me, è l'infinito.
L'abisso è infinito, il cosmo è infinito, ed è questo che fa paura.
Non avere più protezioni.
E sebbene l'uomo, nei secoli, abbia sempre, disperatamente, stupidamente anelato all'eterno, dovrebbe essere chiaro che in realtà va cercando quanto di più terribile possa esistere.

Voto: 8.5
 
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view post Posted on 7/4/2010, 19:22
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Sapiente Malizioso
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Basta fare belle recensioni! :) La tua Baba è un tantinello ridondante ma di sicuro hai la capacità di saper scrivere bene! :) Contento di vedere che avete dato due voti altissimi!
 
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SconosciutoKadath
view post Posted on 23/7/2017, 17:01




Mi sa che anche qua mi tocca fare una sosta e lasciare un commento...

Che dire di quest'opera ? Un capolavoro assoluto del fantastico/horror, da colui che può certamente essere definito, se non il "maestro " di Lovecraft, uno degli scrittori che più hanno ispirato e influenzato il solitario di Providence (o "il principe barocco" come in più di una occasione ebbe modo di esprimersi Stephen King a proposito di H. P. Lovecraft).

La Casa sull'Abisso è un racconto paragonabile, per qualità della scrittura e dell'intreccio narrativo, solo a opere quali Le Montagne della Follia di Lovecraft o Malpertuis di Jean Ray, altri capolavori assoluti dello stesso genere letterario.

Quest'opera di Hodgson segna probabilmente l'nizio definitivo degli anni d'oro dell'horror/soprannaturale, come Io sono Leggenda di Matheson (1954) ne segna probabilmente la fine. Da li' in poi l'orrore in letteratura comincerà a farsi via via sempre più concreto, tangibile, come testimoniano autori come Clive Barker o lo stesso King. L'orroe, come qualunque altra cosa, si fa materia, materiale, cosi da poter essere commercializzato e "consumato".Perde la sua componente immaginifica, psichica, metafisica, onirica, che tanto mirabili espressioni aveva trovato in autori come Hodgson o Lovecraft.

Devo confessarlo, a me non piace l'horror contemporaneo: nei casi migliori mi fa sbadigliare, in quelli peggiori mi induce direttamente il sonno. Nell' epoca oscura in cui viviamo, dominata da un materialismo sfrenato e dal cosumismo - orrori "veri", in cui la dignità umana è totalmente smarrita- mantengo sempre viva la speranza che possa nascere un nuovo Hodgson, un nuovo Lovecraft, un nuovo Jean Ray...imperterrito, come un navigante di uno dei raccoti marini di Hodgson, continuo a scrutare l'orizzonte in cerca di un segno, di una fioca luce, di una qualche variazione nell'immobile uniformità....ma sto divagando...

Per concludere: chiunque ami la letteratura deve considerare un'obbligo, e un privilegio, la conoscenza di quest'opera.

E mandate pure al diavolo la cosiddetta cultura "ufficiale", il cosiddetto establishment. Opere come La Casa sull'Abisso sono rare, e bisogna farsi trovare pronti all'appuntamento; e i loro autori alfieri delle potenzialità dell'ingegno umano, cantori e menestrelli che hanno come unico punto di riferimento la fedeltà alla loro stessa arte...e sta proprio in questo, a mio parere, l'inestimabile dono che ci fanno.

Il mio voto: 9

Edited by SconosciutoKadath - 25/7/2017, 02:28
 
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